Irrompe all'interno di una Settimana della Critica declinata prevalentemente al maschile l'energia dell'unica regista in concorso, Mira Fornay, nata in  Cecoslovacchia ma artisticamente cresciuta in Inghilterra e negli Stati Uniti. Il suo film, Lištičky (Piccole volpi) è un graffio sull'anima doloroso e urticante prodotto  grazie a uno stile febbricitante ma soprattutto al tema affrontato. Si parla di amore tra sorelle, o meglio di disamore.
Alzbeta e Martina si sono costruite un destino all'apparenza simile poiché entrambe hanno lasciato il paese di nascita per cercare fortuna in Iralanda. Ma nulla in realtà le accomuna, anche se a muoverle è lo stesso bisogno d'amore. Alzabeta cerca di riempire il vuoto del cuore conducendo un'esistenza disordinata e occasionalmente attraversata da incontri privi di valore, Martina al contrario si è appiattita sulle esigenze del fidanzato irlandese pur di non perdere l'unico riferimento sicuro. La verità è che sono tutte e due degli animali disperati, piccole volpi che vivono ai margini della città. Offuscate dal dolore, non riescono a vedere che per uscire dal loro stato basterebbe accettarsi l'una con l'altra anziché riversarsi addosso rancore e disperazione. Invece a prevalere è la gelosia,  sentimento malato, emozione incontrollabile e assoluta in nome della quale ogni rapporto di parentale è presto dimenticato. Ma alla fine si scopre che a condurre verso l'inevitabile tragico epilogo è un terribile episodio avvenuto nel passato, custodito quale inconfessabile segreto dalle due sorelle.
Lištičky è un film straziante, è però un'opera che si fa amare per la l'empatia emotiva con la quale la regista disseziona le psicologie delle protagoniste. E che si lascia inoltre ammirare per la maturità dello stile, la costruzione stratificata della narrazione, il montaggio frenetico e perfetto. Ma Lištičky merita di essere apprezzato anche per un altro motivo, cioè per essere un ulteriore prezioso tassello di un'ideale puzzle sull'integrazione tra popoli differenti che il cinema europeo va componendo con sempre maggiore insistenza. Argomento caldo, con il quale saremo tutti chiamati sempre più a confrontarci.