Dopo il dinamico 8 mile, il regista Curtis Hanson sceglie un film intimista interpretato da un cast di ottime attrici. Cameron Diaz, Toni Collette e Shirley MacLaine sono le protagoniste di una commedia dai toni amari su una famiglia disfunzionale che si deve confrontare con l'eredità di un passato difficile. Rose è un avvocato con l'incubo di una sorella che nonostante la bellezza e il fascino di cui lei è priva, è un completo disastro nella vita. Il padre vedovo si è risposato da qualche anno con una donna di cui è succube e le due ragazze devono quindi cavarsela da sole in una vita non certo facile. Quando, però, Rose scopre che il suo compagno l'ha tradita proprio con la sorella, mette Maggie alla porta e si licenzia dallo studio dove lavora. Maggie, dal canto suo, senza un soldo non sa dove andare se non dalla nonna con cui non aveva contatti da decenni. Quest'ultima ritiratasi in Florida, vive in un centro anziani dove l'arrivo dell'avvenente nipote scuote la serena apatia della piccola comunità. Eccessivamente zuccheroso e troppo lungo (due ore e dieci!) In her shoes è una commedia esistenziale rivolta in maniera eccessiva ad un pubblico femminile. Girato bene, ma troppo "dilatato" il film è in certi momenti tanto ridondante da rischiare di diventare noioso a dispetto del segreto che pende sulla vita delle tre donne, scivolando inesorabilmente verso un lieto fine prevedibile, ma non catartico, né tantomeno originale.