Mariana ha dodici anni. Sguardo perso nel vuoto, esistenza sospesa tra una scuola che non ha la pazienza di crescerla e due genitori che, pur amandola, vivono da separati in casa. Cristina, la mamma, lavora come governante da un'anziana borghese e, per arrotondare, affitta una stanza all'ex marito, Carlos, che nel frattempo deve seguire una terapia per aver picchiato la nuova compagna. Mariana, che preferisce farsi chiamare Gloria, trova rifugio nel telefono cellulare, attraverso il quale ascolta la musica che ama e, soprattutto, per immortalare porzioni di mondo.
Dopo Cronaca di una fuga, drammatico resoconto della vera storia di Claudio Tamburrini, studente di filosofia e promettente portiere del San Lorenzo di Almagro, fuggito miracolosamente alla prigionia e alla tortura nel '78, l'uruguayano Israel Adrián Caetano ritrae un microcosmo dell'Argentina contemporanea, poggiando lo sguardo sulle difficoltà di una famiglia disfunzionale, ma non per questo non unita, affidando alla poesia della messa in scena (notevoli alcuni piani sequenza all'interno dell'appartamento) il battito di un racconto che - diviso in capitoli - diventa metafora di sogno ed evasione: si chiama Francia (destinazione ipotetica che ricorre sulle sovraimpressioni ad inizio film, anticipando i titoli di testa), ma potrebbe essere qualsiasi altro luogo, "dove anche per i sogni è impossibile brillare e scomparire"...