C'è chi ancora dà la sua carriera inevitabilmente in declino, ma Thomas Cruise Mapother IV non ha alcuna intenzione di dare ragione ai suoi detrattori e, puntuale come le tasse, rieccolo in carreggiata, portando in giro i suoi cinquantadue anni meglio di molti trentenni.
Dopo il visivamente interessante Oblivion, Tom continua il suo flirt con la sci-fi, genere che ha sempre amato e che gli ha regalato due delle sue migliori interpretazioni con Steven Spielberg, Minority Report e La guerra dei mondi. In quei casi l'ispirazione arrivava da Philip K. Dick e H.G. Wells, Edge of Tomorrow – Senza domani, invece, è tratto da un romanzo, poi trasformato in graphic novel, del giapponese Hiroshi Sakurazaka, e racconta “il giorno della Marmotta” del capo ufficio stampa dell'esercito americano, degradato e spedito a Omaha Beach per fermare l'invasione aliena iniziata cinque anni prima. Un giorno più lungo per eccellenza, che si ripete all'infinito, e che grazie all'aiuto di un'invincibile soldatessa, potrà dare un domani all'umanità.
Ben sceneggiato dal fido Christopher McQuarrie e dai fratelli Butterworth, che aggiungono un tocco leggero che rende il tutto molto gradevole, Edge of Tomorrow è un giocattolone d'intrattenimento in puro stile Tom Cruise, con una confezione ricca e un ottimo cast, a partire dalla bella e brava Emily Blunt e passando per Bill Paxton, sergente di ferro dalle frasi a effetto, e Noah Taylor, scienziato folle ma non troppo. Doug Liman dirige per una volta senza fare troppi danni e il film fila liscio che è un piacere fino a cinque minuti dalla fine, quando purtroppo esplode l'anima “scientologista” del buon vecchio zio Tom, problema comune a quasi tutta la produzione dell'attore degli ultimi anni. Peccato, soprattutto perché rovina quanto di buono visto fino a quel momento anche se di Mr. Hubbard non t'importa un fico secco. Sentimento, per fortuna, piuttosto comune.