“È per il tuo bene”, dicono i padri alle figlie, convinti di agire secondo la logica del cuore ma che in realtà è l’effetto di paure, il sintomo di egoismi, l’indice dell’angoscia.

Traduce un campione del botteghino spagnolo, la quarta regia per il cinema di Rolando Ravello (dal 2 luglio su Amazon Prime Video): tre padri sbarellano quando le figlie si fidanzano con partner che ritengono non all’altezza.

 

L’avvocato Marco Giallini si scontra con la figlia che ha lasciato sull’altare il giovane di studio perché innamorata di una ragazza di seconda generazione. Il poliziotto Vincenzo Salemme non vede di buon occhio il fidanzato della figlia adolescente, un rapper di periferia apparentemente pericoloso. Giuseppe Battiston scopre che la figlia ventenne ha una storia con un vanesio farfallone, suo coetaneo, che conosce e detesta da sempre.

I tre fanno di tutto per mandare all’aria le relazioni, mentre le madri (rispettivamente Isabella Ferrari, Valentina Lodovini e Claudia Pandolfi) accettano le scelte delle ragazze e disapprovano gli infantili comportamenti dei mariti.

Isabella Ferrari, Claudia Pandolfi e Alice Ferri - ph. Angelo Di Pietro
Isabella Ferrari, Claudia Pandolfi e Alice Ferri - ph. Angelo Di Pietro
Isabella Ferrari, Claudia Pandolfi e Alice Ferri - ph. Angelo Di Pietro
Isabella Ferrari, Claudia Pandolfi e Alice Ferri - ph. Angelo Di Pietro

La consuetudine del remake si adatta allo spirito di quel che resta della commedia (all’)italiana, di cui Ravello riprende vizi e virtù. I vizi sono gli stessi che troviamo in altre commedie degli ultimi anni: la pigra descrizione del ceto borghese, una Roma sempre uguale a se stessa, il fardello del glorioso passato non replicabile. E la fotografia di Fabrizio Lucidi (sodale di Paolo Genovese) a sottolineare l’adesione a un certo tipo di commedia romana, corale, borghese, solare.

Le virtù, invece, sono meno scontate. C’è il rinnovamento dell’antica usanza della distribuzione geografica dei personaggi (nord, centro, sud) non più per coprire i diversi pubblici ma per intercettare un’Italia aperta e fluida. C’è l’attento dosaggio degli sketch (il migliore è quello nel bagno della scuola, con la bidella-segugio, ma diverte anche il pur prevedibile incontro con il pusher Lele Vannoli) all’interno di uno schema programmatico ma funzionale (tre uomini/tre figlie uniche/tre pseudo-episodi).

E c’è soprattutto l’aggiornamento sulla crisi del maschio, fragile e spiazzato di fronte alla naturalezza, alla saggezza, al calore con cui le donne accolgono i sentimenti senza calcoli, trovano l’equilibrio tra volere e dovere e sono tranquillamente pronte a fare a meno di un uomo accanto.

Marco Giallini - ph. Angelo Di Pietro
Marco Giallini - ph. Angelo Di Pietro
Marco Giallini - ph. Angelo Di Pietro
Marco Giallini - ph. Angelo Di Pietro

È per il tuo bene è un titolo da leggere al contrario: ciò che mettono in atto i tre protagonisti è tutto legato a un bene che è anzitutto loro, un disperato tentativo di conservare lo status quo per impedire alle ragazze di crescere e fare esperienza del mondo. L’inedito terzetto maschile ha una sua stravagante armonia e i singoli si giovano di ruoli un po’ diversi dal solito.

Tra Vincenzo Salemme raramente così valorizzato al cinema e Giuseppe Battiston che rivela goffe spigolature inedite, spicca un Marco Giallini rivitalizzato, il cui strano torpore surreale svela tutta la vulnerabilità di un (ridicolo) borghese che si sente sotto attacco.