Ecco i film che la redazione di Cinematografo ha selezionato tra quelli programmati in chiaro per venerdì 19 giugno.

 

I DUE PRESIDENTI - Iris (canale 22), ore 15:05 e  2:40

"La “relazione speciale” cui allude il titolo originale è quella che ha legato Bill Clinton e Tony Blair. [...] La penna di Peter Morgan, già sceneggiatore di The Queen e Frost/Nixon- Il duello, tratteggia il legame lasciando emergere ciò che più conta, cioè che la presa e il mantenimento del potere necessitano di un lavoro costante da esercitare alla Casa Bianca e a Downing Street ma non meno tra le pareti domestiche. [...] Non è un esempio di cinema civile pur impegnato su questo fronte, non è un biopic pur raccontando un periodo della vita dei due capi di governo, non è uno studio sul rapporto di coppia pur analizzando a fondo due famiglie eccellenti, e nemmeno un trattato sull’amicizia pur centrato su una relazione amicale. E’ tutte queste cose insieme e molto altro ancora." (Angela Prudenzi)

 

CHE FARE QUANDO IL MONDO E' IN FIAMME? - Rai 3, ore 1:15

"Ambientato a Baton Rouge, in un quartiere a grandissima maggioranza abitato da afro-americani, il film racconta la condizione dei neri oggi attraverso tre storie: due ragazzini che vivono nella zona più pericolosa del quartiere; una barista che deve conciliare la sua vita e la militanza politica; il rinato partito delle Pantere Nere che vuole sconfiggere il rinato Ku Klux Klan che sta tornando a fare vittime. Documentario che si dispiega secondo una sottile drammaturgia, il film di Minervini come sempre studia un ambiente a lui estraneo, vi entra in simbiosi e lo racconta dal di dentro, stavolta ponendo lo sguardo sui rigurgiti razzisti e le condizioni sociali di una fetta di popolazione enorme e dimenticata. Girato in bianco e nero, è un saggio sull’America profonda e contemporanea, colta qui nel suo bisogno di ribellione verso lo status quo, nel tentativo di risalire la china di una questione politica e civile che per molti è disperata, e lo fa guardando a tre modi diversi di affrontare la questione, passando dalla paura per il mondo “on fire” alla lotta per spegnere quel fuoco e acquisire voce e giustizia." (Mirko Granata)

 

SOMETHING GOOD - QUALCOSA DI BUONO - Rai 2, ore 1:30

"Da Mi fido di te di Abate e Carlotto, con molte licenze creative, a Something Good, co-scritto, diretto e interpretato da Luca Barbareschi, che punta sul genere (thriller) e condisce il tema scottante delle sofisticazioni alimentari con love & redemption story. Non i palati raffinatissimi, ma soddisfa l’appetito, almeno quello di internazionalizzazione del nostro cinemino: dalla fascinosa fotografia, curata ai limiti dell’estetizzante, di Arnaldo Catinari fino ai costumi della somma Milena Canonero, i contributi tecnici danno nell’occhio, espatriando almeno la confezione, se non il racconto tout court. Crimini indigesti, intrallazzi in padella e passione nel piatto, Something Good pare buona televisione, ovvero il riassunto di un serial che l’Italia qui e ora non si può permettere. Ma in attesa di una tv “normale” questo assaggio delegato al cinema non guasta." (Federico Pontiggia)

 

L'AMANTE PERDUTA - Rai Movie (canale 24), ore 1:50

A quasi dieci anni dall'esordio Lola - Donna di vita, Jacques Demy torna sulla tracce della protagonista (la splendida Anouk Aimée) seguendo i codici del pedinamento: lo fa per indagare dentro la ferita del suo splendido corpo in vendita che sceglie di concedersi ad un giovane nel pieno del suo coming of age verso l’età adulta. Esplorando l’urbanistica umida e acida di una Los Angeles che si svuota di carne da macello vietnamita e si popola di musica psichedelica, racconta una non-storia fondata su uno stato d’animo: quello di una singola e straordinaria quotidianità che è la già nostalgica parentesi prima della fine. Praticamente una cover di Lola. (Lorenzo Ciofani)

 

DETROIT – Rai 3, ore 3:10

Detroit è un film importante per quello che dice e per come lo dice. Eludendo la compiacenza supposta per una violenza oltraggiosa, il film non esibisce giudizi ma un’insolubile problematicità. Avviato in un contesto di resistenza e ribellione nera, Detroit si rovescia in un racconto di impotenza e passività nera. Gli uomini bianchi hanno il potere, i mezzi, i tribunali, le risposte, le assoluzioni. Detroit dimostra l’impotenza del cinema in faccia all’incubo di non sapere e non volere risolvere la questione razziale. Detroit riconosce questa difficoltà e diventa prova tangibile dell’impossibilità di offrire una visione per la sua soluzione. Il film apre su immagini crude animate che ripercorrono la storia della comunità afroamericana, dalle deportazioni all’abolizione della schiavitù, dal massiccio esodo rurale verso i ghetti del Nord al poderoso e sfaccettato movimento politico guidato da Martin Luther King. L’affermazione di partenza è che a Detroit, come altrove a metà degli anni Sessanta, i tempi fossero maturi per il cambiamento.” (Marzia Gandolfi)