“Mi ha affascinato l’idea di mettere insieme diversi livelli narrativi e al centro una donna intelligente e volitiva che si muove in ambito scientifico. È un film sull’Italia e su come talvolta il nostro Paese si trovi nell’impasse: vogliamo sciogliere qualche rebus”. Parola di Costanza Quatriglio, che al 39° Torino Film Fest porta Trafficante di virus, ispirato al libro Io, trafficante di virus della virologa Ilaria Capua, che subì accuse pesanti e oggi dirige un centro di ricerca in Florida.

Targato Medusa, evento speciale dal cinema dal 29 novembre al 1° dicembre, poi su Prime Video dal 13 dicembre, inquadra Irene Colli, interpretata da Anna Foglietta, valente ricercatrice in un istituto zooprofilattico italiano: ha una grande passione per il suo lavoro, dove affronta epidemie dilaganti tra animali potenzialmente pericolose anche per gli esseri umani, ma a causa di un’inchiesta giudiziaria la sua vita è destinata a cambiare.

Scritto dalla regista con Francesca Archibugi, nel cast anche Michael Rodgers e Andrea Bosca, Quatriglio ha “attinto all’esperienza del mio precedente Con il fiato sospeso nei laboratori di chimica, ritrovando la gioia della scoperta scientifica”, e riguardo al titolo quasi analogo rispetto al libro della Capua, il cui personaggio diventa però Irene riflette: “I titoli sono sempre delle avventure, abbiamo cambiato il nome di Ilaria e levato quell’io ingombrante, che diventa quasi una colpa, che fa paura”.

Anna Foglietta parla di  “lotta, volontà, emancipazione, determinazione” e confessa: “Ho attinto al mio spirito battagliero, per far emergere la voce di una donna che rivendica il suo bisogno di libertà e auto-affermazione”. Il tema dell’autodeterminazione femminile le è particolarmente caro: “Nel 2021 dobbiamo continuare a affermarlo, cerchiamo di trovare dentro di noi la forza di forzare il sistema, e lo dico alle nuove generazioni”.

Trafficante di virus - 2021 regia di Costanza Quatriglio

Sull’interpretazione di Irene Colli, ovvero sulla presenza di Ilaria Capua l’attrice rivela di “averla conosciuta dopo aver iniziato le riprese, Costanza ha rispettato la mia volontà: Capua è una mente straordinaria e non volevo subirne il fascino, ma restituire questo personaggio tra luci e ombre. Tra me e Ilaria si è creato un rapporto di stima e affetto, punti di contatto rispetto al doversi districare nel lavoro e l’essere madre”.

In collegamento è intervenuta la stessa Capua: “Nella mia vita non mi sarei mai immaginata di essere a un festival del cinema, è un grande onore. È una storia molto femmina, una storia che mostra le contraddizioni di una donna tra l’impegno quotidiano per tenere sotto controllo alcune malattie, quello che deve fare in laboratorio con superiori e collaboratori e l’essere madre. Nella vita succedono cose brutte, ma i momenti difficili vanno trasformati in qualcosa di utile: penso che questo film sia riuscito, ha mostrato la bellezza della ricerca, la magia di un gruppo che lavora affiatato per un obiettivo superiore”.

Infine, Capua osserva: “Sbattere il mostro in prima pagina distrugge la vita delle persone e la loro rispettabilità. Non è giusto che, attraverso ipotesi non scientificamente provate, si possano creare danni come quelli che purtroppo sono stati creati e me al gruppo di ricerca. Vorrei questo film servisse a riflettere su storture, stereotipi e brutte cose che accadono nel nostro paese”.