Tredici prime mondiali e ventuno anteprime europee: è questo il lusinghiero biglietto da visita del Torino Film Festival, la cui 23esima edizione è in programma dall'11 al 19 novembre. Ritornato per il secondo anno nel centro storico dopo l'esilio al Lingotto, il festival diretto da Giulia D'Agnolo Vallan e Roberto Turigliatto continua a esplorare territori popolati da grandi cineasti e filmaker sperimentali, cinematografie poco conosciute e classici da riscoprire, cinema d'autore e produzioni commerciali. E - dice la D'Agnolo Vallan - "mantiene stretto il rapporto tra chi fa cinema, chi lo ospita e chi lo vede". Sono infatti numerosi gli ospiti che saranno presenti a Torino per incontrare il pubblico e introdurre i propri film: da Claude Chabrol a Walter Hill - protagonisti delle due retrospettive -, da John Landis a Aleksandr Sokurov, da Paul Schrader a Tsai Ming-Liang, da Tobe Hooper a Cedric Kahn, da John Carpenter a Dario Argento fino a Isabella Rossellini, presente quale co-autrice con Guy Maddin di My dad is 100 years old, dedicato al padre Roberto. Il tradizionale concorso lungometraggi dedicato alla ricerca e scoperta di nuovi autori presenta 14 opere prime o seconde provenienti da tutto il mondo: per l'Italia Fiaba nera di Alberto Momo, che si ispira al linguaggio di Jacques Rivette, ed El Barrilete di Alessandro Angelini. "Un concorso - dice la codirettrice - che riflette la comune fiducia, pur declinata in opere diverse, che questi giovani cineasti ripongono nella settima arte". Il "Fuori Concorso" ospita, invece, i big del panorama cinematografico internazionale: Cedric Kahn con L'avion, il maestro giapponese Wakamatsu Koji con Cycles Chronicle, Raoul Ruiz con Le domaine perdu, il campione dell'action hong-konghese Johnnie To (Election), il brasiliano Ivan Cardoso (A werewolf in Amzonia) e il nipponico Kurosawa Kiyoshi (Loft) uniti dall'amore per l'horror, Aleksandr Sokurov (Il sole) e il provocatorio Tsai Ming-Liang con Il gusto dell'anguria. I garndi nomi non mancano neppure nella sezione "Americana" che presenta in anteprima mondiale i sei capitoli di Masters of Horror in cui si sono potuti liberamente cimentare - con due sole limitazioni: 60' di durata, 10 giorni di riprese - i maestri della paura: Mick Garris, John Carpenter, Tobe Hooper, John Landis, Joe Dante, Dario Argento. Sempre in "Americana" verranno presentati Dominion: Prequel to the Exorcist, film già culto di Paul Schrader; Grizzly Man, lavoro di montaggio di Werner Herzog; No direction home: Bob Dylan dedicato da Martin Scorsese al menestrello statunitense; Sound barrier, il primo capitolo di una trilogia sul suono targata Amir Naderi. La sezione "Detours", invece, "vuole rappresentare - spiega Roberto Turigliatto - la ricchezza della nuova geografia mondiale del cinema all'insegna dell'eterogeneità di supporto, durata  e genere" con gli ultimi lavori, tra gli altri, di Naomi Kawase, Joao Botelho e Tonino De Bernardi. Una tensione verso le cinematografie di confine, quella di "Detours", che travalica anche nel "Focus Filippine" con gli omaggi a Lino Brocka e Lav Diaz. Accanto ai consueti "Doc 2005 Concorso" (con Alle soglie della sera di Daniele Gaglianone e C'è un posto in Italia di Corso Salani) e "Fuori Concorso" (Dov'è Auschwitz di Mimmo Calopresti), il Torino Film Festival presenta quest'anno due retrospettive che intendono gettare luce su due cineasti che - dicono i direttori - "meritano di essere riscoperti nella loro peculiarità autoriale": Walter Hill e Claude Chabrol. Il primo - dice la D'Agnolo Vallan - "in tutta la sua carriera ha cercato il raccordo tra la Hollywood classica e la contemporanea produzione stelle & strisce: senza il suo esempio, Mann e Tarantino non avrebbero avuto vita facile". Hill presenterà il suo director's cut de I guerrieri della notte e in anteprima uno spezzone del western che sta girando in Canada con Robert Duvall. Con la prima parte della retrospettiva dedicata a uno dei maestri della Nouvelle Vague il Torino Film Festival - dice Turigliatto - "intende decifrare il ricchissimo percorso filmografico di Chabrol, 70 opere tra cinema e tv che in accordo con la Cinematheque Francaise abbiamo deciso di splamare su due anni". Quest'anno si vedranno i film del regista francese compresi tra l'esordio del 1958, Le beau Serge, e Les fantomes du chapelier del 1982. Da ultimo, il presidente del TFF, Gianni Rondolino, ha ricordato i 10 anni del Premio Cipputi dedicato alle opere sul lavoro e sul sociale: per festeggiare la ricorrenza sarà attribuito il Cipputi alla carriera al grande documentarista italiano Vittorio de Seta.