Una sezione ha ricevuto quest’anno gli applausi più grandi, e le migliori critiche, al Festival di Berlino concluso sabato. È Generation, quella dedicata al cinema per i più giovani.

Arrivata quest’anno alla 40ma edizione, Generation è più, e altro, da un Festival del cinema per ragazzi. "Le indicazioni sull’età che accompagnano ciascuna pellicola, sono aperte verso l’alto", spiega la direttrice Marianne Redpath, da dieci anni alla guida della Berlinale che parla ai giovani. "Generation mostra anche film con una struttura più tradizionale, formato famiglia, ma nel corso degli anni è aumentato esponenzialmente un mercato cinematografico con storie su bambini e ragazzi, per bambini e ragazzi, che parlano di temi difficili fino a disturbanti. Traumi, povertà, guerra, esclusione, sono tematiche che, quando riguardano i bambini, sono difficili per gli adulti da sostenere".

Ma sono proprio questi temi a fare di Generation, oggi, la sezione probabilmente più intensa della Berlinale, come ha scritto il New York Times.  "Un fantasma si aggira per il mondo. Il fantasma della gioventù". La frase non è di Marx, ma viene detta nel film canadese Ceux qui font les révolutions à moitié n’ont fait que se creuser un tombeau, che racconta di quattro adolescenti durante le proteste studentesche nel Québec del 2012, prontissimi a mettere in pratica i loro propositi, anche a costo di fare male a sé stessi. Un collage fortemente politico costruito con materiali di archivio, interviste e uno script forte.

Venduto in decine di paesi all’European Film Market della Berlinale, è difficile pensare che un film così sia solo un film per ragazzi.

Questo film, così come la maggior parte dei restanti 61 mostrati nella sezione, dimostra che oggi l’etichetta di film per bambini o ragazzi ha un significato molto diverso rispetto a venti anni fa. Si tratta di film che raccontano i mondi, i problemi, i desideri e i sogni di bambini e adolescenti, senza filtri  pedagogici, ma senza neanche sconvolgere. Anche film su e per ragazzi e bambini possono raccontare, ogni anno, gli sviluppi sociali e politici nel mondo.

Come si fa a decidere che un film è adatto ai bambini?

Quest’anno abbiamo visionato 2200 film. Ne abbiamo scelti 62. Molti ricevono critiche preoccupate. Il film è bello, i temi troppo forti per i bambini. Poi, quando intervistiamo i bambini e i ragazzi dopo i film, quasi nessuno esprime un disagio o la sensazione di essersi sentiti sopraffatti. La maggior parte di loro ci dice: E' un bene che il film non ha mostrato un lieto fine. È un bene che veniamo a conoscenza di un conflitto ingiusto in Ucraina, o di una crisi democratica in Turchia. O riflettere sul proprio stato di benessere, sui privilegi, sulla ricchezza mal distribuita. I ragazzi, oggi, sono altro rispetto a una generazione fa. Il grado di intensità e profondità di percezione della realtà è cambiato.

E come è cambiato il cinema per bambini, e ragazzi, negli ultimi 40 anni?

Tutto nella tecnologia e nel linguaggio visuale. La tecnica è digitale e i ragazzi oggi sono nati con il digitale. La società è diventata incommensurabilmente più veloce. E loro in questa velocità ci sono nati. I film che presentiamo riflettono in pieno questi cambiamenti. Generation non intende scioccare né disturbare i ragazzi! Ma con il nostro programma non vogliamo neanche mentirgli o negargli la realtà. Generation è il luogo del Festival di Berlino dove ai più giovani vengono dati gli strumenti per riflettere. Attraverso il linguaggio del cinema. Che è, e resta, universale. Se questi film dopo il festival trovano un mercato il nostro obiettivo è raggiunto.