“I bambini sono in prima linea nelle lotte e nel portare avanti le proprie idee. Ma sono considerati un po’ come dei cittadini di seconda classe”. A parlare è Céline Sciamma alla presentazione del suo quinto film: Petite Maman. Già passato alla Berlinale e ora in concorso ad Alice nella città, il film è una nuova tappa della regista (tra i suoi titoli: Tomboy e Ritratto della giovane in fiamme) nel suo percorso di indagine sui grandi riti di passaggio della vita. Dopo aver raccontato l’adolescenza, la crescita, la scoperta della propria identità e del proprio desiderio sessuale, qui si concentra sull’infanzia, sull’elaborazione del primo lutto e sull’amore per una madre e per una nonna.

“Questo film è un vero e proprio viaggio nel tempo- dice la regista-. Volevo che rispecchiasse una sorta di realismo magico. Ho voluto creare un’atmosfera di magia primitiva. Ho combinato l’aspetto gioioso e quello politico. E ho cercato di creare un equilibrio tra una madre e una figlia, passando da un’idea di genealogia verticale ad una orizzontale, superando la visione del duo madre-figlia per arrivare a un vero e proprio trio: madre-padre-figlia”.

La protagonista Nelly (Joséphine Sanz) ha otto anni e, dopo la morte della nonna, aiuta i genitori a svuotare la casa di infanzia della madre. Nel bosco intorno alla casa, alla ricerca della casetta di legno che sua madre aveva costruito sugli alberi, Nelly incontra una bambina della sua età (Gabrielle Sanz). Tra le due (che nella vita sono due sorelle) nasce una bella amicizia.

“Il mio cinema ha uno sguardo sia femminile che infantile”, racconta. E sui bambini: “Sono un pubblico di riferimento perché sono molto contemporanei. Non hanno la pressione culturale, sono interessanti e super moderni. Con loro puoi immaginare molto e puoi sperimentare”. Non è un caso che tra i suoi riferimenti ci sia il regista Hayao Miyazaki, maestro dell’animazione giapponese per bambini, ma anche la commedia Big con Tom Hanks: “un film che vidi da piccola al cinema e che mi colpì molto. Lo trovai sovversivo”.

Céline Sciamma © Claire Mathon

A proposito della sua infanzia, nel film si parla molto delle paure dei bambini, ha avuto anche lei qualche paura quando era bambina? “Avevo paura di tutto- risponde-. Tanti elementi della sroria ricordano la mia infanzia. Il film è girato proprio nella città dove sono vissuta e anche la casa, ricostruita in studio, ricorda molto quella delle mie nonne.  Volevo lavorare sulle paure dell’infanzia e una delle più grandi è la tristezza degli adulti che pervade tutto il film”.

E poi prosegue: “Lavorando con i bambini mi sono resa conto di quanto siano capaci di impegnarsi. Sono progressisti e portatori di nuove idee e proprio per questo noi dobbiamo lottare per farci portatori della loro realtà visto che loro non hanno un peso politico”.

Sullo stato del cinema conclude: “Non si deve vedere il cinema solo come la sala e lo schermo perché questo è un limite. Bisogna riflettere su un’arte che è molto più grande di quelle che sono le sue condizioni di fruizione”. Petite Maman esce in sala oggi distribuito da Teodora Film e Mubi.