“Il documentario di per sé sfugge ad un’identificazione assertoria, è un genere trasversale: nei paesi anglosassoni si usa il termine non fiction, noi lo abbiamo declinato come Cinema del reale, e crediamo fortemente sia un linguaggio cinematografico capace di dialogare con lo spettatore per fargli conoscere meglio il passato e comprendere meglio il presente”.

Il presidente Rai Cinema Nicola Claudio, che ha rivolto un pensiero affettuoso a Franco Scaglia, scomparso nel 2016, “ma è stato grazie alla sua lungimiranza se il comparto del documentario si è sviluppato in questo modo”, insieme all’amministratore delegato Paolo Del Brocco e al responsabile area documentari Gabriele Genuino incontra la stampa all’Italian Pavilion di Cannes per fare il punto sugli ultimi dieci anni che hanno caratterizzato il progetto organico indirizzato al Cinema del Reale, andato affermandosi in ambito nazionale e internazionale.

Dal 2010 al 2021 475 film prodotti, coprodotti, sostenuti a fronte di un investimento complessivo di 33 milioni di euro. 360 registi, 236 società di produzione sostenute, 136 film ospitati dai più prestigiosi festival internazionali (con affermazioni storiche come quelle di Gianfranco Rosi a Venezia, con Sacro Gra, e a Berlino con Fuocoammare), oltre 500 passaggi sulle reti generaliste.

Tre elementi caratterizzano il nostro percorso, quello dell’inclusione, quello della rilevanza e quello della sostenibilità”, dice ancora Claudio, che spiega: “Non ci sono preclusioni di nessuna natura, è un’attività coerente con la missione del servizio pubblico, basata su una sostenibilità economica e progettuale oltre che nel supporto all’intero comparto dell’audiovisivo”.

“Il cinema documentario italiano è stato oggettivamente capace di rigenerarsi”, aggiunge Gabriele Genuino, che svela 10 dei nuovi 30 progetti in cantiere per il 2022, spiegando: “Quello che ha sempre caratterizzato il nostro lavoro è ragionare sul ‘come’ anziché sul ‘cosa’. Se arrivano progetti interessanti siamo pronti, senza preoccuparci di incasellare un tema piuttosto che un altro. Il principio è sempre quello di capire cosa accade con il nostro cinema di ricerca e provare ad accompagnarlo: la direttrice e la linea di continuità non è il tema ma il punto di vista. Da dieci anni a questa parte osserviamo come la contaminazione tra reale e finzione sta evolvendo, è un cinema di ricerca che passo dopo passo sta attraversando questo sentiero, e si sta arrivando al punto di contatto, di rottura, in cui la realtà si accavalla con la finzione. Come questo viene declinato dal punto di vista, dalla sensibilità di ogni singolo autore, è il nostro motivo di interesse. Dove ci condurrà tutto questo lo scopriremo”.

La realtà sullo schermo non è mai stata così grande

“In un’epoca caratterizzata dalla fluidità in cui tutto cerca di rimanere a galla scorrendo però in maniera repentina, il cinema del reale ci consente di riappropriarci di un umanesimo perduto”.

Collegato da remoto perché colpito dal Covid, l’ad Paolo Del Brocco ricorda anche che “autori che non avevano mai lavorato in Italia, come Gianfranco Rosi, o non avevano mai ricevuto la dovuta attenzione produttiva nel nostro paese come Roberto Minervini, hanno potuto sentirsi finalmente a casa. E altri come Pietro Marcello hanno potuto confermare il proprio talento a livello nazionale e internazionale, anche passando al cinema di finzione e contaminando il rapporto tra finzione e documentario, insieme a molti altri giovani come Maria Tilli, Enrico Maisto, Federica Di Giacomo, Leandro Picarella, Michele Pennetta, Beniamino Barrese, Martina Melilli, Valentina Pedicini, Martina Di Tommaso, tanto per fare qualche nome”.

Proprio Pietro Marcello, che ieri ha aperto la Quinzaine con il suo Le vele scarlatte, presenzia l’incontro per annunciare il suo prossimo lavoro, L’ultimo fronte, che riporta il regista a misurarsi con il documentario e con gli archivi, per riportare a galla “l’iconografia di un mondo di vinti”, dall’orrore di Stalingrado, città che fu teatro della più lunga e sanguinosa battaglia della Seconda Guerra Mondiale, uno scontro che durò dall'estate del 1942 all'inverno del 1943. “Calamandrei diceva che per scoprire cose sulla resistenza bisognava cercare tra chi l’aveva fatta”, dice il regista, che confessa: “Questo progetto mi accompagna da 20 anni. In Russia è nata la resistenza italiana, ho lavorato a lungo sulle ricerche storiche, in Russia sugli archivi, ma è un progetto che si è spesso arenato. Non ci sono molti materiali in Italia, partiremo dalle Lettere di Stalingrado. Sarà un lavoro internazionale, bisognerà ricercare in archivi militari sconosciuti, alcuni distrutti, altri persi, e la ricerca è proprio questa, di ritrovare cose andate perdute. Considerata la situazione attuale, non sarà facile farlo negli archivi russi e ucraini”.

Altri 9 i progetti presentati, tra questi il nuovo lavoro di Gianfranco Rosi, In viaggio, sul quale però è ancora massimo il riserbo, poi I dannati di Roberto Minervini, La bella stagione di Marco Ponti, Il viaggio degli eroi di Manlio Castagna, In-Visibile di Adele Tullii, Bestiari, erbari, lapidari di Massimo D'Anolfi e Martina Parenti, Portrait of the Queen di Fabrizio Ferri, The Emperor di Ruth Beckerman, I fratelli Segreto di Federico Ferrone e Michele Manzolini.


  1. L’ULTIMO FRONTE

regia: Pietro Marcello

produzione: Avventurosa, Stemal Entertainment con Rai Cinema, Match Factory

Stalingrado, l'odierna Volgograd, fu teatro della più lunga e sanguinosa battaglia della Seconda Guerra Mondiale, uno scontro che durò dall'estate del 1942 all'inverno del 1943.

Il 22 novembre del 1942 per gli uomini della Wehrmacht e dei suoi alleati chiusi in una sacca dalle armate sovietiche iniziò un tragico conto alla rovescia. Stalingrado divenne il più infernale mattatoio della storia contemporanea.

Attraverso le parole scritte dai soldati prigionieri nella sacca del diavolo emerge l’atrocità della guerra, il dramma dei vinti e la tragedia dei vincitori. Le lettere riuscirono ad uscire dalla sacca e arrivare in Germania dove vennero considerate elementi destabilizzanti dalla propaganda, testimonianze di debolezza. Ne venne ordinata la distruzione immediata.

I frammenti di queste lettere, selezionati e articolati, sono la base del film e vanno a comporre un mosaico di tessere sonore e visive, costruite attraverso la ricerca di immagini di archivio tedesche, sovietiche, italiane, ungheresi e rumene. Immagini non solo di battaglie e vittorie, ma al contrario immagini di sconfitta, ritirata. L’iconografia di un mondo di vinti.

  1. I DANNATI

regia: Roberto Minervini

produzione: Okta Film con Rai Cinema, Pulpa Film, Michigan Film, Shellac Sud

Tucson, Arizona, 1862. Otto soldati della cavalleria dell'Unione e un ricognitore del 1° Cavalleggeri della California stanno conducendo una perlustrazione della zona di Picacho Peak, alla ricerca di confederati segnalati nelle vicinanze. Il tenente della pattuglia, Jeremiah, è un soldato esperto e un cristiano devoto, il cui obiettivo è quello di entrare in seminario dopo la fine della guerra. Mentre il reggimento continua a rimanere indietro, il viaggio della pattuglia diventa lentamente una lotta per la sopravvivenza, che costringe i soldati a rivalutare e dare un senso al loro impegno in guerra.

I dannati di Roberto Minervini

  1. LA BELLA STAGIONE

regia: Marco Ponti

produzione: Groenlandia con Rai Cinema

Un film su una squadra di calcio unica, che ha deciso, di punto in bianco, di diventare per una stagione non solo la più forte, ma soprattutto la più bella.

Questa squadra è la Sampdoria 1990-1991, la mitica Samp di Vialli e di Mancini.

Il film segue lo svolgimento dell’annata 1990-1991 culminata con la vittoria dello scudetto. Contemporaneamente, segue i componenti della squadra, giocatori, dirigenti, tifosi, fino ad arrivare ai campioni d’Europa del 2021, che hanno avuto la fortuna di avere come allenatore e come mentore due miti come Gianluca Vialli e Roberto Mancini. La Bella Stagione ci riporta a valori di cui oggi c’è sempre più bisogno: la vittoria come meraviglioso scenario sempre possibile anche quando è impossibile, il successo frutto della fatica vera e non solo di quella finanziaria, l’amicizia come arma vincente contro ogni ostacolo.

  1. IL VIAGGIO DEGLI EROI

regia: Manlio Castagna

produzione: One More Pictures con Rai Cinema e Rai Com

In tempi bui, quando il peso di giorni difficili e di crisi diventa schiacciante, tanto che anche la prospettiva del futuro sembra compromessa, emerge un forte bisogno di “eroi”.

Un pallone, mille storie che conducono tutte a quella domenica sera, 11 luglio 1982, a Madrid quando gli eroi azzurri alzano al cielo la Coppa più desiderata. Più inaspettata. Quel mondiale in Spagna non fu solo una gloriosa vittoria sportiva. Fu una porta spalancata sul futuro e sulla speranza, per un intero Paese. Un'iniezione potente di fiducia che permise alla schiena della società di raddrizzarsi e di rimettersi in sesto. Sette partite come tappe di un viaggio mitico, raccontate dalla voce narrante di Marco Giallini e dalle parole dei protagonisti di quella Nazionale indimenticabile e indimenticata. E al centro di tutto una favola di riconoscenza e di riscatto che porta un nome e un cognome, Enzo Bearzot: commissario tecnico, mentore e padre putativo di quei giocatori che fecero l’impresa.

Il viaggio degli eroi

  1. IN-VISIBILE

regia: Adele Tulli

produzione: Pepito Produzioni con Rai Cinema, FilmAffair, in associazione con Cinecittà in co-produzione con Les Films d’ICI, Egoli Tossel

Il mondo materiale degli atomi e delle molecole, delle cose che possiamo assaggiare e annusare, si sta dissolvendo. Mentre il mondo digitale è sempre più fuso con quello che ancora consideriamo il mondo "reale", la nostra esistenza diventa progressivamente più intangibile ed effimera. Con uno stile asciutto, tagliente e ipnotico, In-visibile esplora la trasformazione dell'esperienza umana nell'era digitale, offrendo una riflessione critica e urgente sulle frontiere più insidiose del futuro che ci attende.

Il film segue una serie di personaggi principali nelle loro attività quotidiane, ognuno dei quali rappresenta aspetti diversi del vivere in un mondo digitalizzato e iper-connesso.

Adele Tulli

  1. BESTIARI, ERBARI, LAPIDARI

regia: Massimo D'Anolfi e Martina Parenti

produzione: Montmorency Film con Rai Cinema, Bocalupo Films, Lomotion

Un documentario “enciclopedia”, i cui protagonisti non umani raccontano la storia e le storie di noi uomini. Il film è una trilogia in cui ogni atto racconta di un singolo soggetto: gli animali, le piante, le pietre. Sono questi i personaggi centrali di un universo di storie in cui possiamo riconoscere chiaramente i frammenti delle nostre esperienze. Metafore perfette della nostra salute, del nostro corpo, della nostra follia, del nostro tempo o più semplicemente delle nostre vite.

Un tributo a quello “sconosciuto” e per certi versi davvero alieno mondo, fatto di animali, piante e pietre, che troppo spesso diamo per scontato, ma con cui in realtà dovremmo essere in costante dialogo dal momento che racconta di noi, preserva il nostro sapere e costituisce la parte essenziale della nostra esistenza sul pianeta Terra.

Bestiari, erbari, stupidari

  1. PORTRAIT OF THE QUEEN

regia: Fabrizio Ferri

produzione: Nexo Digital con Rai Cinema

Un documentario sulla donna più iconica dei nostri tempi, la Regina Elisabetta, ma non la solita biografia. Questa è la sua storia lunga nove decenni, vista attraverso gli obiettivi dei più grandi fotografi del mondo. Non solo i ritratti ufficiali, ma anche quelli casuali che sono diventati iconici. Le centinaia di immagini che sono state realizzate durante il suo regno sono l’unico modo per scoprire i lati meno evidenti di una donna estremamente riservata.

Un film evento realizzato in occasione del giubileo dei 70 anni del regno della Regina Elisabetta, diretto da uno dei maggiori fotografi del presente.

 

  1. THE EMPEROR

regia: Ruth Beckermann

produzione: Citrullo International con Rai Cinema, Ruth Beckermann Productions

Il nuovo progetto della regista austriaca Ruth Beckermann, considerata una tra la le documentariste più importanti d’Europa, che con il suo ultimo film Mutzenbacher ha recentemente vinto il premio come Miglior documentario al Festival di Berlino.

Il film è basato sul libro del 1978 “L’imperatore” dell’autore polacco Ryszard Kapuściński, il quale, impiegando diversi livelli narrativi, realizza uno straordinario ritratto di Hailé Selassié, il leggendario negus neghesti d’Etiopia, e della vita di Palazzo ad Addis Abeba. I dettagliati resoconti della vita quotidiana degli ex impiegati di corte gettano luce sull’ascesa dell’imperatore, sul consolidamento del suo potere e sul suo lento sgretolamento. Fino al 1974, anno del definitivo crollo dell’impero.

Introducendo questi resoconti nell’Etiopia di oggi, il film mette in moto una nuova narrazione, dando luogo a un’allegoria di portata universale e senza tempo, che si rivela applicabile sia all’Etiopia odierna sia al resto del mondo.

The Emperor

  1. I FRATELLI SEGRETO

regia: Federico Ferrone e Michele Manzolini

produzione: Stayblack con Rai Cinema, Bang Filmes

1882: la nave a vapore Savoy solca l’oceano Atlantico con destinazione Rio de Janeiro. A bordo, tra le centinaia di immigrati italiani stipati in terza classe, ci sono due fratelli campani sfuggiti alla povertà e in cerca di fortuna nel Nuovo Mondo: Pasquale e Gaetano Segreto. Il fratello minore Alfonso, che li raggiungerà nel 1898 con una cinepresa Pathé, sarà uno dei pionieri del cinema, il primo a realizzare delle riprese cinematografiche in Brasile. In breve tempo, dapprima vendendo giornali e vivendo di espedienti, i fratelli diventeranno imprenditori di successo, fonderanno giornali, parchi di divertimento, cinema e teatri. Ma il loro rapporto, nel corso degli anni, andrà lentamente sgretolandosi. Dopo la morte di Pasquale, un enorme incendio metterà definitivamente fine al loro sogno e al loro impero.

Una saga famigliare che si snoda a cavallo di due secoli, dalla povertà dell’Italia di fine ‘800 fino alla ricchezza effimera, prima del crollo e dell’oblio. Chi erano veramente i Segreto: degli avventurieri o dei visionari?

I fratelli Segreto

  1. IN VIAGGIO

regia: Gianfranco Rosi

produzione: 21Uno con Rai Cinema, Stemal Entertainment