Ecco i film che la redazione di Cinematografo ha selezionato tra quelli programmati in chiaro per venerdì 15 maggio.

 

LO SCHIACCIANOCI - Italia 1, ore 15:55

"Il regista Andrei Konchalovsky inseguiva da vent'anni il sogno di realizzare l'adattamento cinematografico de Lo schiaccianoci - basato sulla storia che ispirò il compositore russo Tchaikovskij a creare il celeberrimo balletto - in attesa che la tecnica CGI si evolvesse fino a garantirgli il live-action che aveva in mente. E le immagini, splendide e avvolgenti, danno pienamente ragione alla sua ossessione. Siamo nella Vienna del XIX secolo: Mary (Elle Fanning), una bambina di nove anni, è sola in casa la notte della vigilia di Natale con il fratellino, uno zio un po' estroso e, naturalmente, uno schiaccianoci magico, che la condurrà in un mondo in cui vale la regola 'se ci credi, è vero'." (Manuela Pinetti)

 

BANANA - Tv 2000 (canale 28), ore 21:10

"No, gioiellino non è un termine desueto. Capita, talvolta, di ritrovarlo in sala: Banana, scritto e diretto dal torinese Andrea Jublin, classe 1970, già candidato all'Oscar per il bel corto 'II supplente'. (...) Marco Todisco, wow (...). Camilla Filippi, deliziosa [...[ Anna Bonaiuto, che classe [...]. Su spartito tragicomico, Jublin riesce a comporre un samba di formazione inconsueto per il nostro cinema, soprattutto negli esiti felici: mutatis mutandis, 'Banana' è quel che avrebbe voluto essere L'intrepido di Amelio, forse pure Il ragazzo invisibile di Salvatores. Arriva su pochi schermi grazie a Good Films, dice verità (in)confessabili sul nostro sopravvivere oggi e offre almeno due chicche: l'Iliade come fosse una partita di calcio, con Achille e Agamennone in attacco, e le stelle, che vediamo brillare ma potrebbero già essere morte, come metafora della nostra resa. Da non perdere." (Federico Pontiggia, Il Fatto Quotidiano, 15 gennaio 2015)

 

EUFORIA - Rai 3, ore 21:20

"Valeria Golino, alla sua opera seconda dopo Miele (anche stavolta ospitata in Un Certain Regard al Festival di Cannes), scrive – insieme a Francesca Marciano, Valia Santella, con la collaborazione di Walter Siti – e dirige un film narrativamente meno estremo del precedente, ma nuovamente coerente per quello che riguarda eleganza e linguaggio cinematografico. C’è ancora una volta la morte all’orizzonte, ma quello su cui si concentra l’attrice/regista napoletana è il nuovo modo di concepire la fratellanza tra due persone fino a quel momento divise per formazione e carattere, costrette dalla vita e dalle inclinazioni ad allontanarsi e nuovamente costrette dalla vita a ricalibrare il loro legame. Non c’è mai lo scadimento nel banale, le poche scene madri presenti nel film riescono a mantenersi credibili anche grazie alla straordinaria prova dei due protagonisti, con Scamarcio davvero sorprendente (ed è ormai una crescita che possiamo considerare definitiva, pensando anche al doppio Loro di Paolo Sorrentino) e Mastandrea compassato al punto da rendere quell’incertezza della malattia così autentica, e dolorosa." (Valerio Sammarco)

 

 

A CIAMBRA - Rai 3, ore 1:25

"Ci sono vari modi di concepire il cinema. A muoverne ognuno, però, dovrebbe essere sempre lo sguardo che ogni autore antepone all’oggetto del racconto. Nel caso di Jonas Carpignano (Mediterranea, 2015 – Semaine de la Critique) lo sguardo e l’oggetto del racconto sembrano magicamente sovrapporsi. Nato come prosecuzione del precedente e omonimo cortometraggio del 2014, A Ciambra conferma in maniera inequivocabile il talento del regista italo-americano, classe 1984. L’oggetto del racconto è l’omonima comunità rom di Gioia Tauro, in Calabria, lo sguardo è quello che si posa su un momento decisivo riguardo la vita di uno di loro, il quattordicenne Pio. [...] Un anomalo romanzo di formazione che, attraverso il filtro della finzione, porta in superficie una verità che probabilmente nessun documentario avrebbe potuto scovare meglio. Lo sguardo del regista è perfettamente orizzontale (non esalta, non denigra), la macchina da presa non si frappone ma diventa corpo unico della narrazione, la presa di posizione è aprioristica e figlia di una necessità vitale, quella di non voler in nessun modo chiedere allo spettatore di modificare il proprio, eventuale pregiudizio." (Valerio Sammarco)

 

DIARIO DI UN MAESTRO - Rai 3, ore 3:10

"Il lavoro denuncia con serena obiettività lo stato di penosa arretratezza che caratterizza tanta scuola italiana, e propone, attraverso l'evocazione di una esperienza viva, le linee di un positivo rinnovamento. Giova alla sincera e convincente comunicazione filmica la interpretazione spontanea dei piccoli attori. L'ambientazione è curata, i toni sono misurati, anche nei momenti più tesi. Il film si raccomanda per il positivo messaggio che propone alla attenzione di quanti hanno a cuore il bene della gioventù". (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 78, 1975).