Ecco il made in Italy premiato a Venezia: ovvero Sacro Gra e Via Castellana Bandiera, due titoli che sembrano altrettante indicazioni geografiche tipiche per un cinema italiano tornato prepotentemente doc. Il piatto forte in sala dunque è tricolore: il primo, Leone d'Oro all'ultima Mostra, diretto da Gianfranco Rosi, è un documentario sul Grande Raccordo Anulare di Roma solo per griglie di genere fuori tempo massimo. Quel che abbiamo davanti è un ritratto nobile e appassionato di un'umanita di cui si sa poco, l'epifania di uno spazio che le cronache ufficiali trattano come scarto del discorso. Dalla rimozione alla riemersione, dagli omissis dei media e della politica alla luce dell'arte: Sacro Gra non è (solo) un film sulla principale arteria autostradale della capitale, ma un manifesto poetico che abbraccia tutte le periferie del mondo e insieme un rito di laica consacrazione che insieme abbassa (lo sguardo) e innalza (gli ultimi).
Via Castellana Bandiera è invece l'esordio dietro la macchina da presa della drammaturga siciliana Emma Dante (anche tra le interpreti) e il film che ha regalato la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile all'ottuagenaria Elena Cotta. La via del titolo è una specie di imbuto da qualche parte a Palermo (ricordate Johnny Stecchino e il problema del "traffico"?), dove si vanno a infilare la Multipla di Rosa e Clara, attese a un matrimonio di un amico, e la Punto di Samira, che procede in senso contrario. Né Rosa né Samira intendono cedere il passo l'una all'altra. Chiuse all'interno delle rispettive macchine, le due donne si affrontano in un muto duello che ha tutta l'aria di essere una metafora di come vanno le cose in questo paese. E a proposito di duelli in auto indimenticabile è quello che vede contrapposti, l'uno sulla Maclaren e l'altro sulla Ferrari, James Hunt e Niki Lauda, campionissimi di Formula 1 negli anni '70. Una sfida appassionante, rievocata da Ron Howard in Rush, con i due piloti interpetati da Chris Hemsworth (Hunt) e Daniel Brühl (Lauda). Dagli States arriva anche l'horror domestico You're Next e I puffi 2, seconda avventura su grande schermo per le piccole creature blu create da Pejo.
Italia Cile e Germania coinvolte ne Il futuro, tratto dal romanzo dello scrittore cileno Roberto Bolaño e diretto da Alicia Scherson. Protagonisti due ragazzi sudamericani di stanza a Roma che, rimasti orfani dei genitori, finiscono nelle grinfie della malavita. Cast internazionale: accanto al nostro Nicolas Vaporidis c'è l'attrice cilena Manuela Martelli e l'intramontabile Rutger Hauer.
Infine, dulcis in fundo, Chiu-wai, il signore delle arti marziali che istruì pure il leggendario Bruce Lee. La sua vita si trasforma in struggente elegia in The Grandmaster di Wong Kar-wai, e non sorprende. Il filmaker di Hong-Kong trasforma in poesia tutto ciò che tocca: persino le botte.