In un post pubblicato su Twitter, Gabriele Muccino ha annunciato la sua uscita dalla giuria dei David di Donatello.

"Non mi riconosco nei criteri di selezione - scrive il regista - che da anni contraddistinguono quello che era un tempo il premio più ambito dopo l’Oscar. Non mi presenterò più nelle categorie di Miglior Regia e Miglior Sceneggiatura, in futuro".

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Non si tratta di un fulmine a ciel sereno: già lo scorso 3 aprile aveva scritto su Twitter la sua intenzione di lasciare l'Accademia del Cinema Italiano: "Mi tiro fuori con amarezza, non certo invidia, per aver adorato il nostro cinema più nobile e vederlo ridotto ad una schermaglia tra film minori, ignorati e/o sopravvalutati. Mi dispiace anche per il pubblico che ha perso interesse assistendo a gare tra film sconosciuti. Come crediamo di riportare il pubblico italiano a tifare per il nostro cinema se i titoli in gara sono sconosciuti ai molti, e peraltro nemmeno tra i più amati!? Lo scollamento sarà sempre più marcato e disastroso per l’intera industria del cinema e della sua filiera".

Negli ultimi anni Muccino si è espresso più volte contro la giuria dei David. L'ultima polemica è datata 28 marzo, scaturita dalle poche attenzioni riservate al suo Gli anni più belli, nominato solo in due categorie (miglior attrice protagonista e miglior canzone originale, più il David Giovani, assegnato da una giuria di studente). "Questa ennesima volta (è dal 2003 che snobbate il mio lavoro) - commentava così su Twitter - l’avete fatta grossa. A perdere non sono io, ma la vostra credibilità, smarrita peraltro da tempo". Muccino ha anche espresso molte perplessità su altri film candidati, in particolare Favolacce.

Nella stessa occasione, Muccino aveva riconosciuto l'opera di Piera Detassis, Presidente e direttore artistico dell'Accademia dal 2018: "Sta cercando di risolvere con tutta se stessa gli enormi problemi ereditati da anni di clientelismo in cui addirittura i defunti votavano". In seguito alla polemica, interpellata dall'Ansa il 29 marzo, Detassis rispose al regista ammettendo il suo dispiacere ma anche difendendo le scelte della giuria: "Capisco la delusione, ma a votare ai David di Donatello sono tutti professionisti di cinema molto selezionati".

Nel corso della sua carriera, Muccino ha ricevuto sette candidature e tre David, uno competitivo (miglior regista per L'ultimo bacio nel 2001) e due speciali ("per i suoi successi negli Stati Uniti come autore e come regista" nel 2008 e il David dello Spettatore per A casa tutti bene nel 2019).