Settanta come i primi passi di Bellocchio e le prime anime giapponesi. Settanta come i primi porno all'italiana e l'alba dei cineclub. Una decade che non ha chiuso un'epoca, ma ha aperto logiche di lungo periodo ponendo le fondamenta per l'avvento dei nuovi media. Queste le riflessioni condivise da Claudio Bisoni, Paolo Noto e Guglielmo Pescatore, curatori del nuovo numero di Bianco e Nero presentato oggi allo spazio FEdS durante la mostra del cinema di Venezia. “Passato prossimo. Cinema e media negli anni Settanta” raccoglie undici saggi che spaziano dalle forme di trasmissione e produzione culturale all'interazione tra innovazione tecnologica e necessità culturali del “proletariato giovanile”.
Il risultato è un mosaico, una storia di consumi e anticipazioni dell'industria culturale che confuta la teoria cinecentrica: all'epoca c'era la TV, il fumetto. E il derivato primo del cinema, ovvero l'editoria di settore, era in pieno boom. Ma i ricordi di quell'epoca sono ben pochi nel numero 572 di Bianco e Nero. Nei saggi a confermare lo sguardo rinnovato e attualizzato c'è l'età anagrafica degli autori: a metà tra la tarda Baby Boomer e la Generazione X. Dunque niente patina nostalgica, la retromania - lascia spazio ad una ricostruzione dei Seventies per esperienza mediata. Anzi mediale.