La fidanzatina d'America è cresciuta. Ora è una donna matura, consapevole di se stessa più di quanto non lo sia mai stata prima. Al festival, che le rende omaggio consegnandole stasera il Taormina Arte Award, ha animato un'affollata master class durante la quale ha rivelato le tre regole d'oro che hanno fatto di lei la star che è: “Aumentare costantemente la propria consapevolezza, mettersi sempre in gioco e non prendersi mai troppo sul serio. Se non le avessi seguite, non sarei oggi quello che sono. Invece riesco a guardare con distacco al lavoro ma allo stesso tempo non ho perso la voglia di mettermi alla prova. Da quasi due anni inseguo il progetto di un film che ho intenzione di firmare come regista, e proprio prima di lasciare New York mi hanno detto che gli attori che vorrei hanno accettato la proposta di far parte del cast. Una grande soddisfazione. Passare alla regia credo faccia parte di un percorso naturale per un attore, stai tanti anni a contatto con registi e produttori che alla fine per forza di cose ti impossessi dei meccanismi che muovono la macchina”.In attesa di vedere il suo debutto, inevitabile continuare a pensarla come l'attrice che ha regalato momenti indimenticabili agli spettatori di tutto il mondo. Un pubblico trasversale, di ogni sesso ed età,  ha sofferto con lei vedendola fragile e in pericolo nel film In the Cut, palpitato per le sue stesse ansie sentimentali in Insonnia d'amore, riso fino alle lacrime di fronte alla famosa scena del finto orgasmo in Harry ti presento Sally. Una sequenza chiave, quella che l'ha lanciata nell'empireo delle attrici di massimo talento comico. “Pensare che l'orgasmo non era in sceneggiatura – ricorda. Sally e Harry dovevano parlare del fatto che le donne a letto possono fingere, ma tutto doveva rimanere su un piano verbale. Sono stata io, sul momento, a dire a Nora Ephron: ‘Facciamo vedere come si può fingere'. Non avrei mai immaginato di passare alla storia. Non è stato facile realizzarla, abbiamo girato un ciak dopo l'altro fino a tarda sera. Alla fine non avevo più voce. Il proprietario del ristorante, che esiste veramente e si chiama Cats, prima che me ne andassi mi ha regalato un enorme salame. Mi chiedo ancora perché…”.Di scene impegnative Ryan ne ha girate molte, compresa quella d'amore molto esplicita con Mark Ruffalo in In The Cut di Jane Campion. L'impressione è che sia in particolare sintonia con le cineaste donne. “E' vero – conferma -,  con le registe mi trovo meglio. Quando si gira con un uomo, qualunque cosa tu faccia resti sempre un oggetto nelle mani dell'autore. Con una donna è diverso, sei sempre soggetto. Ognuna delle cineaste con le quali ho recitato mi ha dato la possibilità di migliorami come attrice. Con Nora, per prima, ho capito quanto fosse importante essere consapevoli delle proprie qualità. Era straordinaria, attenta ai rapporti tra uomini e donne all'interno dell'industria cinematografica. Sapeva mettere i personaggi femminili al centro della scena, e lo ha fatto in un periodo dominato dai ruoli maschili. Campion invece mi ha fatta sentire coautrice del film, aiutandomi a toccare delle corde che non sapevo di possedere. La scena di sesso con Ruffalo non è emozionate perché forte, quanto per i sentimenti nascosti che lascia trapelare.  Non avevo mai provato quel tipo di emozioni, grazie a Jane ho capito che anche un personaggio come quello faceva parte di me. Ricordo che per descrivermi la sua personalità mi disse: ‘Questa è una donna che non vuole essere amata”. Sembra banale, ma ho sentito che in fondo anche a me era capitata la stessa cosa senza che ne avessi avuto coscienza. L'incontro con Campion ha segnato un passaggio fondamentale nella mia vita”.Nel futuro di Meg Ryan non c'è solo la regia. Confermando la voglia di sperimentare che è più che mai il tratto caratteristico di questa fase della sua carriera, ha accettato di recitare nella serie per la rete Web Therapy ideata da Lisa Cudrow, la bionda irriverente Phoebe di Friends. Una partecipazione di cui parla con entusiasmo: “Ho già girato tre episodi. Lisa nella serie è una psicanalista terribile che maltratta i pazienti. Io una signora che ha paura a uscire di casa, in profonda crisi con il marito. Mi sono divertita come una pazza, un'esperienza incredibile. Come attrice credo di dover provare tutti i linguaggi, non penso ci sia un mezzo più alto di un altro. Importante resta la qualità del prodotto. In questo caso a motivarmi il fatto di avere avuto la possibilità di improvvisare, perché capita veramente di rado. Quando segui un copione rigido puoi gestire il tuo personaggio facendo passare un'emozione piuttosto che un'altra, rafforzi o al contrario smorzi i toni, ma andare a braccio è tutta un'altra cosa. Lo straordinario del mio mestiere è che più fai più impari su di te e le tue potenzialità. All'inizio mi buttavo, ora conosco il mio corpo, le mie emozioni, la tecnica di cui sono capace e quindi posso dire di essere un'interprete migliore. Non so se venti anni fa sarei stata in grado di improvvisare, insomma. E' un punto di arrivo, perché si tratta di lavorare al meglio sulle parole. Conoscere il loro valore è la chiave di tutto. Ne parlo talvolta  anche a mio figlio che ha venti anni e possiede un vero talento comico. Per fortuna scrive benissimo, e questo lo aiuterà a farsi strada. E' bravissimo, ha già un agente e non ha bisogno di me e dei miei consigli”. Orgoglio di mamma. Chissà se anche il padre, l'attore Dennis Quaid con il quale Ryan è stata in passato sposata, la pensa allo stesso modo.