“È un film di denuncia per tutte le zone di guerra, dove le vittime sono spesso i bambini. La responsabilità di dare loro un'identità e un'istruzione è di tutti, come se fossimo una grande famiglia. Tantissimi bambini vivono in un ambiente non adatto alla loro crescita e devono affrontare precocemente il mondo del lavoro. Così le loro potenzialità non vengono scoperte ma questi bambini sono un capitale per l'umanità”.

Il regista iraniano Majid Majidi porta in concorso a Venezia 77 Khorshid (Sun Children), film ("dedicato ai 152 milioni di bambini nel mondo obbligati a lavorare per sostenere le loro famiglie") che narra la storia del dodicenne Ali (Ali Nasirian) e dei suoi tre amici: insieme cercano di sopravvivere e sostenere le loro famiglie, tra lavoretti in un garage e piccoli crimini per trovare in fretta del denaro.

Fino a quando, in maniera del tutto inaspettata, ad Ali viene affidato il compito di ritrovare un tesoro nascosto sottoterra. Ali chiede aiuto alla sua banda, ma per poter avere accesso al tunnel è necessario iscriversi alla Scuola del Sole: un’associazione di beneficenza che cerca di educare bambini che vivono in strada o sono costretti a lavorare, la cui sede è vicina al luogo in cui si trova il tesoro.

"Tantissimi bambini vivono in un ambiente non adatto alla loro crescita e devono affrontare precocemente il mondo del lavoro. Così le loro potenzialità non vengono scoperte, ma questi bambini sono un capitale per l'umanità”, dice ancora il regista, che aggiunge: "Le organizzazioni internazionali combattono una lotta disperata per sostenere questi giovani, soggetti ad abusi e privati del diritto fondamentale all’istruzione. Il messaggio del film è che siamo tutti responsabili nei confronti di questi bambini; molti hanno un talento straordinario, tutti sono preziosi. È intollerabile che la loro condizione sociale ed economica li consegni a un futuro di scarse opportunità e poche speranze".

Khorshid (Sun Children)

Khorshid - prosegue Majidi - rivela le capacità e l’umanità di questi giovani: i nostri protagonisti erano tutti bambini lavoratori e hanno dimostrato di essere attori eccezionali ed estremamente intelligenti. Credo che la vita dei bambini a cui è dedicato il film sia come un set: lavorano, lottano per sopravvivere e cercano anche di studiare. Sono straordinari. Spero che questo film sia una speranza di cambiamento per il loro futuro”.

Nel cast del film anche Javad Ezzati, figura centrale nella scuola che ospita quei ragazzi: “L'infanzia difficile di questi bambini non è una novità per il mondo. Possiamo lavorare per dar loro la consapevolezza, per far sì che trovino la loro strada e il loro futuro”.