E' pacifico: gli esami non finiscono mai. "Non importa quanti anni tu abbia, c'è sempre una prova di maturità da superare". La puntualizzazione è quasi doverosa se a farla è Paolo Genovese, regista di Immaturi - Il viaggio (da domani in sala con Medusa in 700 copie), sequel del film che sul faticoso passaggio all'età adulta di un gruppo di quarantenni - tutti ex compagni di scuola - aveva costruito il suo inaspettato successo (Immaturi ha guadagnato più di quindici milioni di euro, piazzandosi al 21° posto degli incassi europei 2011). E siccome squadra che vince non si cambia, riecco Raoul Bova, Ambra Angiolini, Luca Bizzarri, Ricky Memphis, Barbora Bobulova, Paolo Kessisoglu e Anita Caprioli alle prese nuovamente con le debolezze, i dubbi, i piccoli smarrimenti dei grandi mai grandi abbastanza.
L'occasione per misurare i propri limiti stavolta è un viaggio in Grecia, uno di quelli che i nostri sognavano di fare tutti insieme quando andavano ancora al liceo. Destinazione Paros, l'isola che ogni consumato latin lover ha visitato almeno una volta in vita sua. Lì si consumeranno antichi e nuovi riti, infedeltà vere o presunte, corteggiamenti via sms, corteggiamenti e basta, malattie. Come il tumore al seno con cui deve fare i conti il personaggio di Anita Caprioli, perché questo Immaturi - Il viaggio è "una commedia che, nel voler essere assolutamente distinta dalla prima, sa affrontare - ribadisce Genovese - temi seri e meno seri senza perdere mai la leggerezza". E aggiunge la Caprioli: "Era un argomento delicato. Il bello è che è stato affrontato come tutti gli altri". E a proposito di patologie che dire della cleptomania di cui fa sfoggio la Angiolini "passata dalla sessuomania a un'altra sindrome ossessivo-compulsiva. Come spesso avviene nella realtà", spiega il regista. Ambra, dalla sua, dichiara che le piace "rubare. Certo, adesso non potrò più farlo, avrò tutti gli occhi dei negozi addosso". E se Luca e Paolo sono già proiettati sul festival di Sanremo, Raoul Bova esprime non poche perplessità sul suo personaggio: "Non mi piaceva all'inizio la sua abitudine a fuggire le responsabilità. Poi pian piano l'ho capito - dice l'attore romano -. Ho sempre pensato che un'infedeltà andasse confessata. Invece ho capito che può essere un modo di scaricare i propri sensi di colpa sull'altro".
La prova di maturità più importante però riguarda il film: saprà bissare il successo del precedente? E sul cinema italiano che va bene in patria ma non ha mercato all'estero, che dire? Giampaolo Letta, ad di Medusa, "dice che la situazione è così ovunque in Europa, ad eccezione della Francia che ha una ramificazione negli altri territori invidiabile e di lunga data. Noi di Medusa stiamo iniziando a fare i primi passi, come dimostrano le coproduzioni che abbiamo attivato negli ultimi anni, da This Must Be the Place al nuovo di Bertolucci". In attesa di vedere i frutti di questo lavoro apprendiamo che americani e francesi vorrebbero comprare i diritti per rifare a modo loro il primo Immaturi. Non sarà l'internazionalità tanto auspicata, ma è già qualcosa. Prime prove di una maturità ancora di là da venire.