Non è certamente una star del cinema, ma la sua vita offre decisamente molto materiale per il grande schermo. Ieri Hillary Clinton ha presentato il documentario in quattro parti Hillary di Nanette Burstein alla Berlinale, tra le ovazioni del pubblico e un applauso interminabile.

Clinton ha detto di fronte al pubblico della premiere che, accettando il progetto, ha inteso dare una visione completa della sua persona. “Non potevo solo parlare o voler mostrare i lati positivi della mia biografia”, ha detto riguardo alle sue discussioni con la regista. “Sarebbe stato ridicolo. Ho vissuto una vita piena di alti e bassi, successi e delusioni. Come ognuno di noi”.

© Hillary for America

Hillary combina filmati dietro le quinte della campagna presidenziale degli Stati Uniti del 2016 con interviste ad amici e colleghi politici di Clinton. Parla anche suo marito, l’ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton, che affronta tra l’altro, per la prima volta davanti alla telecamera dal 1998, la relazione con la stagista Monica Lewinsky.

È sempre stata consapevole di polarizzare, ha detto il Segretario di Stato Clinton (questo resta il suo titolo ufficiale). “Sono stata accettata soprattutto quando ero al servizio degli altri, ad esempio come first lady o Segretario di Stato. Ma quando ho voluto diventare politicamente attiva, in modo indipendente, ad esempio come senatrice o candidata alla presidenza, sono stata ripetutamente trattata con ostilità e vittima degli stereotipi anti donna. È giunto il momento di affrontare tali pregiudizi, in particolare quelli diretti contro le donne”.

Tuttavia, non si è mai sentita fraintesa sulle sue intenzioni politiche. “Non credo che Vladimir Putin mi abbia mai frainteso. Sapeva che ho lavorato e avrei lavorato da Presidente per il mio paese, l’Occidente, per la democrazia e la libertà”, ha detto. “Adoro Berlino, adoro i film. Cosa c’è di meglio che avere entrambi qui insieme?”, ha detto l’ex first lady alla reception dell’Haus der Festspiele nell’elegante quartiere di Charlottenburg, e non a Potsdamer Platz,  il centro propulsivo del Festival. È stata accolta dal ministro della cultura Monika Grütters (CDU) e dai capi della Berlinale Mariette Rissenbeek e Carlo Chatrian.

La versione finale della serie Hillary, i cui diritti TV sono di Sky, dura 252 minuti. Dopo la sconfitta elettorale del 2016, Clinton si è ritirata nella vita privata, ma continua a intervenire negli eventi politici. È inoltre attiva per la Clinton Foundation, impegnata nella lotta contro l'AIDS, e sostiene anche altri progetti, ad esempio in materia di protezione del clima, aiuti allo sviluppo, diritti delle donne e cure mediche.

© William J. Clinton Presidential Library

“Non voglio entrare nei libri di storia come lo stratega politico ambizioso e inavvicinabile che è stato sconfitto nella battaglia decisiva. E neanche come la cattiva strega che dipingeva il Presidente Trump con le sue calunnie infantili”.

Hillary Clinton, nata Rodham, ha iniziato la sua carriera politica come attivista per i diritti delle donne. “Per questo ho accettato questo progetto. La regista si concentra molto su questo aspetto della mia vita. Che ora, dopo la politica, continua, come attivista per i diritti delle donne”. Alla fine però Clinton risfodera la combattività che la definisce.

“Le lotte con i populisti di destra non sono più una lotta politica, ma una lotta culturale. Le forze di destra sono al lavoro per far tornare indietro la ruota della storia, per rinunciare ancora una volta alle libertà, ai diritti delle donne o degli omosessuali”.