Ha lavorato con i più grandi, Neri Parenti, e i film che ha diretto nell’arco di oltre quarant’anni hanno incassato cifre oggi impensabili. Un regista importantissimo per il cinema popolare italiano, protagonista del primo appuntamento di Castiglione Cinema – RdC incontra, il festival organizzato dalla Fondazione Ente dello Spettacolo a Castiglione del Lago (PG) e giunto alla sua quinta edizione.

Diciotto i film con Paolo Villaggio, a partire dal 1980 quando si incontrarono per Fantozzi contro tutti. “Dopo aver fatto l’aiuto regista di Pasquale Festa Campanile, Giorgio Capitani, Steno – ricorda il regista, incalzato dalle domande di Steve Della Casa – a 26 anni debuttai con John Travolto… da un insolito destino, distribuito dalla Titanus. Quando Paolo ebbe dei dissidi con Luciano Salce, che aveva diretto i primi due Fantozzi, decise di fare il regista del terzo capitolo. Ma Goffredo Lombardo, il patron della Titanus, riteneva che Villaggio non fosse all’altezza, quindi gli propose me, un giovane che non l’avrebbe messo a disagio, come co-regista”.

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Con Villaggio girò, tra gli altri, I pompieri (“Li chiamavamo film di cordate, pieni di comici”), Le comiche (“Con gli sceneggiatori Leo Benvenuti e piero De Bernardi abbiamo rivisto tutte le gag storiche”) e Fracchia la belva umana, in cui Parenti lavorò anche con Lino Banfi.

“All’epoca Banfi era un attore di b-movie, ma dato che piaceva sia a Villaggio che a me, decidemmo di dargli questa possibilità, facendogli interpretare il ruolo del commissario Auricchio. Parlando della sceneggiatura, ebbe l’idea di cambiare la canzone dell’osteria. Di fronte all’intuizione, Benvenuti e De Bernardi trasecolarono e Villaggio era diffidente. Girammo la scena anche se volevamo tagliarla. Alla fine è rimasta ed è la cosa più ricordata del film”.

Per due decenni, Parenti è stato il regista dei cinepanettoni. Tra i più fortunati, Natale sul Nilo (28 milioni di euro al box office): “La scena più famosa, con i personaggi che ballano il tormentone Asereje, non è presente nel film. Accadde che stavamo girando in Spagna la scena della festa in maschera, il fonico si sbagliò e anziché far partire un certo brano mise quella canzone. Le comparse spagnole conoscevano la coreografia della canzone, quindi hanno cominciato a ballare. A quel punto abbiamo capito che era una cosa forte e realizzammo il teaser trailer – che all’epoca era un chiodo di Aurelio De Laurentiis, retaggio delle produzioni americane – con tutti gli attori che ballavano in una piramide”.

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Altro grande successo di cassetta, Merry Christmas: “All’inizio doveva chiamarsi Natale a New York, ma per risparmiare girammo a Madrid in un grande hotel che doveva fungere da Plaza di New York. Comunque dovevamo fare alcune riprese negli Stati Uniti, ma la tragedia dell’11 settembre ci fermò. Quindi decidemmo di spostarci ad Amsterdam, città cosmopolita e multietnica”.

Tra i divi della commedia (“Sempre ottimi rapporti con tutti”), una particolare affinità con Christian De Sica: “Siamo entrambi laureati, abbiamo un cinismo simile, ci siamo trovati umanamente. Abbiamo debuttato insieme in Conviene far bene l’amore, io auto di Festa Campanile e lui attore”. E lodi a Sabrina Ferilli: “La più brava a fare la comica, nei cinepanettoni si preferiva ingaggiare i fenomeni del momento”.

Sul futuro, Parenti non appare ottimista: “La commedia è oggi a rischio di estinzione: i film non hanno ritorno economico e le star come Carlo Verdone e Ficarra e Picone scelgono di fare serie con in streaming. Ma le piattaforme hanno parametri finanziari e di vendibilità internazionale che non coincidono con la tradizione della commedia all’italiana. Non vedo rimedi. È inspiegabile, c’è tanta voglia di socialità, ma il cinema non funziona. Si tenta di usare i fenomeni web, ma abbiamo visto che i follower non si trasformano in spettatori. Oggi ci sono moltissime facilitazioni fiscali, la produzione è raddoppiata. Eppure mi chiedo: dove andranno questi film? Chi li vedrà?”.