Ian McKellen, al cinema, non ama le storie o i personaggi reali, storici, ma quelli frutto di fantasia. "Sherlock Holmes è uno dei più grandi inglesi della storia, anche se non è mai esistito", così l’attore inglese (75) sul film che ha accompagnato fuori concorso alla Berlinale, Mr. Holmes, di Bill Condon. In Mr. Holmes McKellen impersona il leggendario investigatore a novantatre anni. L’anziano Holmes si è ritirato nel Sussex, lontano da Baker Street e soprattutto dal fedele Dr. Watson non più al suo fianco. L’età ha lasciato le sue tracce, l’attenzione e la concentrazione non sono, ovviamente, quelli di una volta. Ma c’è un caso irrisolto vecchio di cinquant’anni, che come un puzzle proprio ora sembra ricomporsi. Con Scherlock Holmes McKellen aggiunge un altro personaggio letterario alla sua lunga galleria, dopo il Riccardo III, Magneto nella serie X-Men nata dai fumetti di Stan Lee e Jack Kirby, e soprattutto il mago Gandalf che l’ha reso celebre al pubblico mondiale, nella trilogia di J.R.R. Tolkien.

"La cosa interessante, dice McKellen, è che questo film non si basa, come verrebbe naturale credere, su un romanzo di Arthur Condan Doyle, l’inventore di Holmes, ma su un adattamento moderno di Mitch Cullin. L’Holmes di Cullin ha nuances, peculiarità, di un uomo contemporaneo, è questo quello che ha reso così avvincente interpretare il detective più famoso della storia in questo film".

L’attrice americana Laura Linney è la governante del vecchio Holmes. Con il regista Condon (Inside Wikileaks) McKellen ha già lavorato, nel film premio Oscar Gods and Monsters del 1998. Nel 2006 all’attore, che in patria è anche una leggenda del teatro, è stato consegnato l’Orso D’Oro alla carriera. Mr. Holmes non è un film eccezionale. Ian McKellen invece sì.