Sullo sfondo di una coloratissima baia di Napoli, la sagoma di un aereo diretto a New York. Tra le nuvole un pentagramma svolazzante e a bordo, insieme ai produttori De Laurentiis e Cristaldi, Federico Fellini con la cintura slacciata che non vede l'ora di scendere. E' una delle circa 400 tavole di disegni, schizzi, "segnacci, appunti affrettati e sgrammaticati", con cui il maestro di 8 e 1/2 e Amarcord usava registrare i suoi sogni. Un vero e proprio squarcio sul suo ricchissimo universo onirico che, di recente acquisito dalla Fondazione Fellini, potrebbe rivelarsi un prezioso strumento di analisi e interpretazione. Il testo, intitolato appunto Il libro dei sogni, è strutturato in due volumi, preventivamente rilegati dallo stesso regista. Il primo, composto da 244 pagine di 35x25 centimetri, raccoglie l'illustrazione di sogni spazianti dal novembre del 1960 all'agosto del 1968. La selezione del secondo, di dimensioni maggiori rispetto al precedente, procede invece con minore continuità dal 1974 all'82, concludendosi con alcuni schizzi del 1990. Importante, ai fini interpretativi, anche la presenza di numerosi fogli lasciati in bianco: "Quel vuoto - spiega Pupi Avati, presidente della Fondazione - è sinonimo dell'amarezza che ha accompagnato gli ultimi anni di Fellini. Un periodo di grande competizione con se stesso, in cui non riusciva a convivere con l'incapacità di uguagliare i suoi successi del passato".
L'acquisizione dei due volumi segue una lunga trattativa con gli eredi del regista. Alla sua morte considerato un patrimonio indivisibile, Il libro dei sogni era infatti passato in mano a sei successori delle famiglie Fellini e Masina. "E' il patrimonio più importante che Federico ci ha lasciato - dice oggi la nipote Francesca Fabbri Fellini -. Mi auguro che uscito dal caveau della banca in cui era depositato, sarà presto aperto alla consultazione di tutti". L'auspicio è condiviso dal direttore della Fondazione Vittorio Boarini, che si augura di poterlo un giorno dare alle stampe. Per il momento, il destino che lo attende è l'esame da parte di amici e persone un tempo vicine allo stesso Fellini, che valuteranno l'opportunità di renderlo integralmente pubblico. "A sollevare la questione - spiega ancora Boarini - è il carattere estremamente privato dei contenuti e il fatto che potrebbero coinvolgere terze persone ancora viventi". Fra le più toccanti testimonianze sul valore riconosciuto da Fellini ai sogni, quella del presidente di Cinecittà Holding Carlo Fuscagni, che per conto della Rai aveva coprodotto i suoi ultimi quattro film: "La sua era una vera e proria ossessione - ricorda -. La prima cosa che al mattino chiedeva era che sogni avessimo fatto. Per questo Dante Ferretti raccontava di essere costretto a inventarli, pur di dargli soddisfazione". Un omaggio al grande regista arriva infine anche da Anna Falchi, madrina della presentazione e protagonista di uno dei suoi ultimi spot pubblicitari: "E' stato lui a scoprirmi e per questo lo porterò sempre nel cuore. Averlo conosciuto e aver lavorato insieme mi fa considerare l'attrice più fortunata della mia generazione".