Raggiunto il grande successo con i Tiromancino dopo anni di gavetta, nel 2007 Federico Zampaglione ha debuttato dietro la macchina da presa con Nero bifamiliare, una commedia nera a cui sono seguiti Shadow (2009) e Tulpa (2012), due horror molto apprezzati all’estero. E ora è il momento di Morrison, tra i primi film italiani a uscire in sala dopo la riapertura.

Un percorso eclettico, quello di Zampaglione, ospite della serata finale di Castiglione Cinema 2021 – RdC incontra: nella cornice della Rocca del Leone di Castiglione del Lago, l’artista ha presentato il suo ultimo film, intervistato dalla giornalista di Avvenire Angela Calvini.

“Il mezzo che usi – spiega Zampaglione – è secondario, devi avere soprattutto la voglia di condividere qualcosa e capire cosa arriva al pubblico. Siamo usciti nel periodo peggiore, ma il modo migliore per proteggerlo era farlo vedere in sala”.

la Rocca del Leone (foto di Karen Di Paola)

All’origine di Morrison, storia di musica e d’amicizia, c’è un romanzo scritto dallo stesso regista con Giacomo Genzini, Dove tutto è metà (pubblicato nel 2017 con Mondadori). “Non volevo farne un film – rivela – perché con il libro avevo già detto tutto. Ma quando Martha Capello e Ilaria Dello Iacono, le due giovani produttrici della Pegasus, hanno acquistato i diritti del romanzo, mi hanno trasmesso la voglia di realizzarlo. Era come se questo film volesse nascere. La proposta è arrivata durante il lockdown: se l’alternativa, ho pensato, è non fare nulla, era meglio cimentarsi nell’impresa”.

Storia dell’incontro tra un giovane musicista che si esibisce nei locali romani e un più maturo rocker ritiratosi dalla vita artistica, Morrison rievoca molte esperienze che appartengono alla biografia del cantautore: “La volontà era quella di raccontare la sensazione di vite non complete, persone alla ricerca di qualcosa che non hanno. Dopo aver visto il film tutti i miei colleghi hanno detto che nel film è raccontata la questione è esattamente così”.

“La musica – continua Zampaglione – non è l’unico argomento: si parla anche di amicizia, amore, aspettative, fallimenti che riguardano tutti, non solo gli artisti. Viviamo in un mondo sempre portato a parlare di successi, nessuno parla di insuccessi, eppure queste cose sono successe, non c’è invenzione. Più che un film sulla musica, è un film sulla passione in cui tutti possono ritrovarsi”.

A sorpresa, Zampaglione si è esibito sul palco della Rocca interpretando due canzoni presenti nella colonna sonora del film. E che segnano collaborazioni con due cantautori tra i più bravi della nuova leva: Cerotti, scritta con Gazzelle (“Lui è un tipo molto malinconico, la canzone è nata alla fine di una cena”), e Er musicista, firmata assieme a Franco126 e che Zampaglione ha cantato insieme alla figlia, la giovanissima Linda.

Matteo Burico, sindaco di Castiglione del Lago, premia Federico Zampaglione (foto di Karen Di Paola)

Inevitabili due longseller del repertorio: Due destini (“Il disco era stato un flop, poi abbiamo scoperto che Ferzan Ozpetek l’aveva scelta per Le fate ignoranti: alla prima del film mi resi conto che la canzone era diventata di tutti”) e la struggente La descrizione di un attimo.

E, prima di ricevere dalle mani del sindaco di Castiglione del Lago, Matteo Burico, il Premio Castiglione Cinema 2021 – RdC incontra, un omaggio all’Umbria: “Mio padre è nato a Terni, in questa regione si trovano location senza tempo, scenari dai sapori medievali che sono unici al mondo. È molto bello ricevere un premio in questo luogo e dopo il periodo che abbiamo vissuto”.