“Essere agli EFA (European Film Award, ndr) è un’emozione, è stata una sorpresa. Quest’anno ci sono molti autori italiani che stimo. In Asia l’accoglienza riservata a Sole è stata ottima, come anche in Francia. Adesso è al cinema in Spagna, sui pochi schermi che ci sono concessi in questa situazione complicata. Ho capito che se un film resta in programmazione per più di un mese è un ottimo segnale”, spiega Carlo Sironi, che con la sua opera prima Sole è candidato come European Discovery 2020. La cerimonia si terrà sabato 12 dicembre alle 20.

Sole era stato presentato nella sezione Orizzonti a Venezia 76. È la storia di Ermanno e Lena, due ragazzi allo sbando in un mondo cinico. Ermanno vive di espedienti, è schiavo delle slot machine. Lo zio gli chiede di prendersi cura di Lena, e gli offre dei soldi. Lei deve partorire, per poi dare in adozione la piccola allo zio di Ermanno. Ma tra Ermanno e Lena nasce un rapporto inatteso.

“Il film è pensato sui personaggi, è per questo che ho scelto di catturarli in 4:3. Mi sembrava il formato migliore per cogliere le loro sfumature, i comportamenti”, spiega Sironi, che ci auguriamo di rivedere presto dietro la macchina da presa. “È strano ragionare già su un’altra storia. Ci sono molte idee, tutte diverse. Il linguaggio è fondamentale, e questa volta vorrei allontanarmi da Sole. Adesso sto lavorando su un teen movie ambientato in estate. Il focus sarà su un’amicizia che unisce due ragazze sedicenni, sarà una specie di sorellanza. Non c’è ancora un titolo, è presto. Ma speriamo di poterlo realizzare”.

 

Sole

Sole in Italia è uscito giovedì 24 ottobre 2019. “Sono stato fortunato. Sono convinto che se fosse arrivato durante il Covid, non avrebbe potuto fare questo percorso. Non ci sarebbe stato un passaparola così forte. Senza i festival “in presenza” avrebbe sofferto, ma non credo che rimarremo online per sempre. Ho letto una notizia interessante: dopo l’influenza del 1920, la terribile “spagnola”, sono nate le grandi catene, gli studios hanno rilevato le sale in difficoltà. Anche questa volta ci sarà di sicuro un cambiamento. In ogni caso la sala non è sostituibile”.

E ancora. “Io preferirò sempre lo spegnersi delle luci, i sentimenti condivisi, in qualche modo è il fulcro della nostra vita. Dobbiamo educare i giovani all’immagine, altrimenti è difficile creare il bisogno di un’esperienza se uno non l’ha mai fatta. I colossi dello streaming sono decisamente più attrezzati in questo momento per attirare l’attenzione del pubblico”.

Sironi conclude parlando dei registi che più l’hanno colpito negli ultimi mesi. “Penso che in Francia un cineasta come Bruno Dumont non abbia eguali. Invece una serie  bellissima che ho visto di recente è We Are Who We Are di Luca Guadagnino, dove c’è un omaggio evidente a un altro grande autore francese, Maurice Pialat”.