Il 19 marzo 2020, a causa della crisi globale legata all'epidemia di Covid-19, il Festival di Cannes ha annunciato il mancato svolgimento della sua 73esima edizione nelle date previste, dal 12 al 23 maggio.

L'organizzazione aveva comunicato la possibilità di un rinvio alla fine di giugno o all'inizio di luglio, in accordo con il Centre National du Cinéma, con il sostegno del Consiglio comunale di Cannes e grazie all'impegno del Palais des Festivals e dei proprietari degli hotel di Cannes.

Per rispondere alle domande suscitate da questa decisione, il Festival di Cannes ha diffuso alcuni chiarimenti. Pur "non perdendo mai di vista quanto sia dolorosa questa situazione", si legge nella nota ufficiale, il team, infatti

"resta operativo".

Perché il Festival non ha deciso di annullare l'edizione ma di prendere in considerazione il rinvio? "Un rinvio potrebbe essere possibile. Sebbene Cannes sia famosa principalmente per il lato artistico e mediatico, svolge anche un ruolo essenziale nell'economia del cinema mondiale. Quando è stata presa in considerazione la decisione di annullare l'evento a maggio, tutti gli stakeholder del settore ci hanno chiesto di non annullare l'appuntamento annuale".

Il direttore del festival di Cannes Thierry Fremaux - Foto Karen Di Paola

Dopo una rapida e ampia consultazione nazionale e internazionale, il Festival ha deciso che "era necessario capire le condizioni che avrebbero consentito un rinvio anziché una semplice cancellazione". Il discorso vale per l'intera manifestazione, incluso il Marché du Film. Il Festival "agirà quindi in questa prospettiva, monitorando i cambiamenti nella situazione sanitaria globale. Infine, saranno le autorità pubbliche (il Ministero della Salute, il Ministero dell'Interno, l'autorità regionale delle Alpi Marittime e il Consiglio comunale di Cannes) a dare il via libera".

Non sono mancate le polemiche sui ritardi. "Abbiamo fatto questo annuncio due mesi prima del Festival. Se prendi l'esempio dello sport, il Grand Prix di Monaco, che si svolge durante le date del Festival, è stato rinviato lo

stesso giorno. Le gare ciclistiche primaverili in Belgio e Francia sono state posticipate a meno di tre settimane prima dell'inizio. I campionati europei di calcio sono stati annullati mentre erano già in corso".

Poiché l'allestimento delle strutture che consentono lo svolgimento del Festival cominciano un mese prima dell'evento, l'organizzazione ritiene di aver rispettato le tempistiche nel migliore dei modi. "Avevamo tempo fino al 15 aprile per valutare la situazione e lo abbiamo fatto un mese prima, anche se c'erano molti che ci hanno invitato a resistere. Non si tratta di rimanere saldi, ma di analizzare la situazione con chiarezza e responsabilità".

Inoltre, sottolineano, "la nostra materia prima sono i film che riceviamo elettronicamente. Tecnicamente il processo di selezione si svolge come al solito". Infatti, il team del Festival sta continuando a lavorare, rispettando le regole imposte dalla situazione sanitaria, preparando l'edizione con "messaggi scritti, conversazioni telefoniche e chat di gruppo. Per quanto riguarda le proiezioni, i film ora arrivano tramite un collegamento Internet e sono visti dai membri del comitato di selezione nel contesto della consueta discussione".

Tuttavia, la tradizionale conferenza stampa che annuncia la selezione non avrà luogo il 16 aprile. "Se il Festival è confermato per la fine di giugno o l'inizio di luglio, si svolgerà circa un mese prima, a Parigi, in una data che non è ancora stata individuata".

Thierry Fremaux e Pierre Lescure - foto di Pietro Coccia

Sono prorogate di un mese e mezzo le domande di accredito. Tutti gli accreditamenti approvati restano validi, compresi quelli di "3 Days in Cannes". Prorogato di un mese anche il termine di registrazione per i film.

Non è irrealistico pensare che l'edizione del 2020 non avrà luogo? "Non prenderemo in considerazione la questione fino a prova contraria. Il 2° turno delle elezioni comunali è stato annunciato per il 21 giugno. Il Tour de France inizia il 27 giugno. Ovviamente non è ancora possibile fornire date precise. Abbiamo deciso di optare per la

fine di giugno perché non possiamo pianificare oltre".

"Il blocco a cui è soggetta la Francia, - si legge ancora nella nota - così come molti altri paesi, è solo nella sua seconda settimana. Avremo bisogno di tempo, pazienza, calma e buona volontà prima di sapere quando ne usciremo. Dovremo anche mostrare solidarietà. Sarebbe assurdo fissare le date di un evento culturale in cui il mondo intero sta vivendo un periodo così doloroso".

 

"Le persone contano su di noi: dai distributori di film giapponesi ai proprietari di bar di Cannes. Quando arriva il momento per tutti noi di rimetterci in piedi, accogliere i frequentatori del festival, mostrare film, aprire i cinema a tutto il mondo, incontrare gli artisti, i giornalisti, i professionisti e dare il benvenuto a coloro per i quali vedere la creazione, la distribuzione e la produzione che ritorna in vita è importante, il Festival deve essere pronto.

Lo staff del Festival ha il dovere e la missione di impegnarsi in questo, in nome dell'intero settore internazionale. Stiamo lavorando per un evento posticipato, se possibile. E se non è possibile, lo accetteremo. Perché stiamo agendo con umiltà e discrezione, senza mai perdere di vista le priorità sanitarie nazionali e internazionali causate dalla crisi, né la difficoltà e il dolore dei giorni negli ospedali per pazienti e professionisti della salute.

Vogliamo esprimere la nostra solidarietà e la nostra ammirazione per gli operatori sanitari e per tutti coloro che, dovunque siano, stanno dando il loro tempo, la loro energia e la loro empatia. E i nostri pensieri sono in particolare con tre grandi paesi cinematografici: Italia, Spagna e Iran, che sono stati particolarmente colpiti dall'epidemia.