“Forse non è stato un miracolo ma sicuramente è stato incredibile, considerando che solo a fine febbraio abbiamo avuta la certezza di poter fare il festival”. A parlare è Felice Laudadio, fondatore e direttore artistico del Bif&st, il Bari International Film & Tv Festival, nella conferenza stampa che chiude la dodicesima edizione, svoltasi tra il 26 marzo e il 2 aprile nei principali teatri della città.

Un successo su tutta la linea, tra anteprime internazionali, ospiti (tra gli altri, Alessandro Gassmann, Claudia Gerini, Riccardo Scamarcio, Miriam Leone, Vinicio Marchioni, Stéphane Brizé, Nicola Piovani, Maurizio De Giovanni, il Nobel Mario Capecchi) e momenti di alto profilo (il premio Premio Federico Fellini dedicato ai cineasti dell'Ucraina).

“Le sale sono state sempre piene - spiega Laudadio - e anche stamattina per la proiezione gratuita di Ennio, il capolavoro di Giuseppe Tornatore, la gente si è messa in fila all’alba. Alle 8:30 abbiamo riempito tutto il Teatro Petruzzelli e tante persone sono rimaste fuori. La cosa strabiliante è che in contemporanea era affollato anche il Teatro Piccinni per l’omaggio a Pasolini. E così tutta la settimana. Inoltre abbiamo intensificato la nostra presenza sui social, soprattutto grazie alla nuova sezione dedicata alla fiction televisiva, con punte impressionanti di contatti online. Perfino su TikTok, in cui non abbiamo un profilo, ci sono stati oltre 13mila contenuti con il tag del Bif&st”.

Ma il direttore non nasconde le difficoltà e svela alcuni retroscena: “Quando abbiamo capito di poter fare il festival, sapevamo di avere pochissimo tempo. Per noi è stata una sfida ma eravamo quasi sul punto di lasciare. Non avevamo alcuna presenza garantita. Sono 42 anni che invento e dirigo festival, ci vogliono almeno undici mesi per organizzare ogni cosa: occorre programmare e se non cambiamo l’impianto giuridico, organizzativo e amministrativo del Bif&st non potremmo più garantire questa manifestazione. Abbiamo una squadra di grandi professionisti ma abbiamo dovuto rinunciare a dei collaboratori, non abbiamo dormito, abbiamo visto oltre 500 film per allestire il cartellone”.

“Il Bif&st – continua Laudadio – si avvale di un budget di poco superiore a un milione di euro, IVA inclusa. Siamo il festival meno esoso tra quelli del nostro livello, gli altri vanno dai 2 milioni ai 14 della Mostra di Venezia, che è giusto abbia quelle risorse. Le ineleganti polemiche attorno alla Festa di Roma ci hanno svelato che non solo quel festival costa 4 milioni, ma c’è una struttura permanente che fa lievitare i costi fino a 7 milioni. Insisto sul tema dei costi perché il Bif&st è un investimento pubblico che conta solo sull’impegno della regione Puglia, più il finanziamento eccezionale della Apulia Film Commission che è legata direttamente alla regione. Il nostro è un festival per il pubblico e che ha una strepitosa ricaduta economica sulla città, soprattutto considerando che siamo fuori stagione”.

Il Teatro Petruzzelli durante il Bif&st

Cosa fare per il futuro? “Dobbiamo avere la possibilità di poter lavorare su una programmazione medio-lunga. In Puglia c’era il secondo festival italiano per importanza dopo Venezia, EuropaCinema: approdò a Bari per un solo anno, nel 1988, quando fu presentato in anteprima Nuovo Cinema Paradiso, destinato a vincere l’Oscar. Quell’esperienza non andò a buon fine, ma io mi sono impegnato a restare a Bari. E se quest’anno ce l’abbiamo fatta a mettere in piedi il festival in così poco tempo è grazie al presidente della regione, Michele Emiliano, che ci ha promesso un immediato cambiamento”.

Che tipo di cambiamento lo spiega proprio Michele Emiliano, che da sindaco di Bari promosse il Bif&st: “Serve una istituzionalizzazione del Bif&st, anche perché finora abbiamo agito in una sorta di precariato: c’è un’associazione non riconosciuta che in accordo con la Regione organizza un festival e trova il sostegno della Film Commission che promuove la cultura cinematografica attraverso i tanti – forse troppi – festival del territorio. Il Bif&st deve diventare una fondazione che tiene dentro la squadra attuale, contando non solo sul comune di Bari ma anche sugli altri comuni: la sua programmazione si deve concentrare sulla città ma si può diffondere in tanti eventi temporanei che tracciano l’identità cinematografica pugliese”.

E aggiunge: “Il festival deve mantenere la sua autonomia: la cultura non può essere domata, altrimenti diventa marketing o sistema di potere. In Puglia ci siamo accorti che investire nella cultura lasciandola indipendente crea un meccanismo economico straordinario. E costruisce l’autostima regionale. È un passaggio necessario e dobbiamo evitare di creare carrozzoni come quelli citati da Laudadio”.

Tempo di bilanci anche per il sindaco di Bari, Antonio Decaro: “Dopo tredici anni di festival siamo riusciti a riaprire tutti i teatri della città. E Bari è stata protagonista anche grazie al Fuori Bif&st, che ha coinvolto associazioni, attività commerciali, operatori culturali con oltre cento iniziative”. E per Simonetta Dellomonaco, presidente di Apulia Film Commission: “Il Bif&st è un punto di riferimento per tutto il panorama italiano e internazionale e quest’anno con il Fuori Bif&st abbiamo amplificato la portata del festival. E non è stato facile riprendere le cose dopo due anni di pandemia”.

In attesa della Fondazione, fissate le date fissate per le prossime tre edizioni: dal 25 marzo al 1 aprile 2023, dal 16 al 23 marzo 2024 e dal 22 al 29 marzo 2025.