“All'inizio della mia carriera nessuno immaginava che un attore comico avrebbe potuto interpretare ruoli impegnati. Non venivi considerato alla stregua di un attore drammatico, non eri neanche invitato ai festival”. Così Lino Banfi commenta la sua presenza alla XIII edizione del Festival di Napoli, inaugurata ieri anche con un “Incontro ravvicinato” con l'attore pugliese: dagli inizi nell'avanspettacolo, passando per la commedia sexy, Banfi si è raccontato al pubblico ripercorrendo le tappe fondamentali della sua carriera, fino alle più recenti interpretazioni tv, quali Un difetto di famiglia e Il padre delle spose, dove si affronta il tema dell'omosessualità: “Sono molto legato a questi due lavori, perché si parla di un tema molto scottante – dice ancora Banfi –. L'omofobia è una cosa stupida, mio padre mi ha insegnato la tolleranza”. Prima dell'incontro con l'attore pugliese, il festival ha ospitato la lezione di cinema di Maurizio Nichetti, seguita dalla visione del suo Ladri di saponette, e un incontro con Raffaele Del Giudice, presidente di Lega Ambiente Campania, già conosciuto per la collaborazione in Biùtiful Cauntri, documentario sulla gestione delle discariche in Campania.
A seguire, l'apertura del Concorso Europa, Mediterraneo, una selezione di lungometraggi provenienti dai paesi che si affacciano sul Mare Nostrum, già usciti nei loro paesi di provenienza, come il greco Polvere d'oro di Margherita Manda, che racconta attraverso i conflitti di tre fratelli la scomparsa di un passato che non può essere recuperato in favore della creazione di una società sempre più globalizzata. Su altri binari viaggia invece il secondo film in concorso, l'israeliano A cinque ore da Parigi di Leonid Prudovsky, storia d'amore tra un tassista che ha paura di volare e Lina, una pianista che ha rinunciato a diventare una concertista per lavorare con i bambini.