“Subisco le suggestioni di ciò che mi succede intorno e in un certo senso ho sempre anticipato temi che poi diventano di scottante attualità”, dice il regista Eduardo Tartaglia alla presentazione del film Sono un pirata, sono un signore, in uscita nelle nostre sale il 18 aprile distribuito da Ai Entertainment con 80 copie. Una commedia attuale che racconta la disavventura di quattro italiani rapiti dai pirati lungo le coste africane, interpretata e scritta dallo stesso Tartaglia e ideata qualche anno fa: “Pensai ai pirati quando ancora l'attenzione dei mass media era piuttosto residuale. L'idea mi venne dopo aver assistito a un'intervista che un reporter di una tv regionale faceva ai genitori di un marittimo napoletano che era stato rapito in Africa. Oggi il rapimento è un tema molto attuale, ma, come dicevo, mi capita spesso di anticipare i temi. Mi è già successo per esempio con la pièce teatrale I fiori del latte, dove già nel 2003 parlavo di mozzarelle inquinate”.
Dopo La valigia sul letto (2010): “Un successo regionale, a Napoli è diventato quasi un cult”, Eduardo Tartaglia, regista prevalentemente teatrale, torna a lavorare al cinema: “Il teatro è casa mia, ci sono nato e cresciuto. Sicuramente nei miei film si sente l'eco del teatro sia nella regia che nell'interpretazione, ma è una mia caratteristica, non qualcosa di cui mi devo giustificare”, dice il regista e attore partenopeo.
Così quattro italiani: due biologi marini romani (Francesco Pannofino e Giorgia Surina), Catello, un marittimo napoletano (Eduardo Tartaglia) e una parrucchiera, anche lei partenopea (Veronica Mazza, da circa dieci anni è protagonista della compagnia teatrale diretta da Eduardo Tartaglia), si trovano, al largo delle coste africane, sequestrati da un gruppo di pirati, diventando protagonisti di una vicenda di rilevanza internazionale. Nella storia interverranno anche i familiari degli ostaggi: tra cui il cognato di Catello (Maurizio Mattioli) e il papà della parrucchiera (Ernesto Mahieux).
“E' una favola straordinariamente riuscita”, dice Maurizio Mattioli, che per interpretare la parte insieme alla troupe e al cast si è trasferito a Cuba per quattro settimane, e Giorgia Surina aggiunge: “E' una storia fatta di personaggi semplici, abbiamo voluto portare con ironia sullo schermo una realtà come il rapimento che purtroppo oggi è all'ordine del giorno”.
“Interpreto una ragazza in grave difficoltà economica e che si nasconde dietro la figura paterna per paura di affrontare le relazioni sentimentali”, dice Veronica Mazza e poi conclude: “Questo film è costato un milione di euro e anche per questo merita un futuro. Purtroppo spesso il sistema cinematografico non funziona e bisognerebbe trovare delle soluzioni: per esempio sui Freccia Rossa si dovrebbero proiettare solo film italiani”.