TUTTA LA CONOSCENZA DEL MONDO

ITALIA 2001
TRAMA BREVE
Una storia sul "senso della vita" dove si incrociano vari destini. Una studentessa s'innamora del suo professore di filosofia, condannato su una sedia a rotelle, una cantante pop di successo è in cerca di un Maestro spirituale, un misterioso uomo di luce è sospeso su tutti, forse sì, forse no...

TRAMA LUNGA
Alla stazione di Roma Aurelia, il giovane Marco si sta affrettando per prendere un treno, quando vede un uomo su una sedia a rotelle che resta incastrato sulle rotaie mentre sta arrivando un altro convoglio. Si butta a capofitto verso il luogo e, quando l'impatto sembra inevitabile, una forte luce cala dal cielo, blocca il treno e riesce a salvare i due attoniti presenti. La vita di entrambi cambia all'improvviso. L'uomo è ospite a casa della nipote Giovanna, studentessa universitaria che ha una storia con il suo professore di filosofia. Marco ha una band, incide un disco e ottiene un grande, inaspettato successo. Ma nonostante i concerti sempre affollati, Marco non sembra essere più lui. Anche l'uomo sulla sedia a rotelle si sente un po' sfasato. Si chiude in camera, fa collezione di ritagli di giornale con articoli su strani incidenti e, quando la nipote e la sua amica escono, raduna i bambini del palazzo e mostra loro quel materiale cartaceo. Succede poi che una sera, mentre Giovanna si sta preparando, arriva a casa il professore, ascolta i discorsi dell'uomo e non riesce a mandarli giù. Reagisce malamente e fra i due scoppia una colluttazione. Il giorno dopo lo zio dice a Giovanna che intende andar via di casa. Passa un anno. Giovanna, all'ultimo esame, ritrova il suo professore e viene bocciata. A casa riceve per posta una foto dello zio nella cucina di un ristorante abbracciato ad una donna. La sedia a rotelle è sparita. Intanto Marco, il cantante, nel tentativo di uscire dalla propria crisi, cerca di entrare in contatto con un certo Al Farid, santone e maestro spirituale. Con non poca fatica lo rintraccia, ma un portavoce lo informa che l'ingresso alla villa potrà avvenire solo dopo aver risolto un indovinello, e comunque non prima di tre anni. Passato il tempo Marco, stremato nel fisico e nella mente, porta la soluzione, che però era un inganno: senza rispondere, si poteva esser subito ammessi alla presenza del santone. In questo modo dovranno passare altri tre anni. Nel frattempo Giovanna e la sua amica sono alla stazione per andare nella nuova casa dello zio, che sta bene e vive con una donna. Ai binari, una forte luce arriva ancora una volta ad abbagliarle. Mentre Marco, affranto, guarda il mare lontano. E laggiù appare un nuovo bagliore.
SCHEDA FILM

Regia: Eros Puglielli

Attori: Giovanna Mezzogiorno - Giovanna, Marco Bonini - Marco, Giorgio Albertazzi - Professor Perotti, Eleonora Mazzoni - Eleonora, Cristiano Callegaro - Alex, Rolando Ravello - Venditore Di Libri, Luis Molteni - Manager, Hal Yamanouchi - Maggiordomo Al Farid, Claudio Guain - Claudio, Augusto Zucchi - Dottore In Ospedale

Soggetto: Gabriella Blasi, Eros Puglielli

Sceneggiatura: Gabriella Blasi, Eros Puglielli

Fotografia: Werther Germondari, Luca Coassin

Musiche: Giuliano Taviani

Montaggio: Valentina Girodo

Scenografia: Fiamma Benvignati

Costumi: Annie Redwood

Durata: 99

Colore: C

Genere: GROTTESCO

Produzione: ANTONIO CIANO PER NUVOLA FILM, RAI CINEMA, AMEDEO BACIGALUPO EROS PUGLIELLI

Distribuzione: LANTIA

Data uscita: 2001-08-31

NOTE

CRITICA
Dalle note di regia: "E' impossibile definire questo film, perchè non può essere chiuso in un genere, ma allo stesso tempo ne contiene e ne usa moltissimi. Volevo con esso dare una rappresentazione scanzonata e disillusa dell 'umana ricerca delle risposte alle domande essenziali e fondamentali come:..."chi siamo?....cosa ci facciamo a questo mondo?". In particolare volevo descrivere tutto ciò che ci distrae e ci separa dal porci queste domande e tutto ciò che in noi rende di fatto impossibile trovare delle risposte...."

"Tutta la conoscenza del cinema degli altri non necessariamente favorisce l'invenzione di un cinema personale. Gli attori intuiscono di avere troppa libertà oppure sono spinti ai confini del plausibile. L'intenzione di giocare la carta dell'ironia e della narrazione grottesca è evidente, ma il linguaggio e l'impasto delle scene appare meno coraggioso e fluido delle intenzioni. Il regista non si schiera né con i minimalisti né con gli arrabbiati né con le altre microcorrenti del cinema italiano e cita, prematuramente, se stesso e in modo troppo piccolo". (Enrico Magrelli, 'Film tv', 9 settembre 2001)