Tre camere a Manhattan

Trois chambres à Manhattan

FRANCIA 1965
François Comte, famoso attore francese, è stato piantato in asso dalla moglie. Trasferitosi negli Stati Uniti, una sera conosce in un bar una donna, Kay, separata da suo marito, un diplomatico italiano in Messico. I due, senza accorgersene, finiscono in una squallida stanza d'albergo e tra loro quasi d'incanto nasce l'amore, con tutti i suoi entusiasmi, le incertezze e le gelosie. Quando il marito di lei la avvisa, tramite un telegramma, che la loro unica figlia è malata, Kay vola in Messico. Durante un colloquio di lavoro con un produttore, François viene a sapere che il motivo della separazione fra Kay e il marito sono state le numerose infedeltà della donna e, attanagliato dalla gelosia e dal dubbio, l'attore ha uno sbandamento. Ma al ritorno di Kay, entrambi capiscono di non poter fare a meno l'uno dell'altra.
SCHEDA FILM

Regia: Marcel Carné

Attori: Annie Girardot - Kay Larsi, Maurice Ronet - Francois Comte, O.E. Hasse - Hourvitch, Roland Lesaffre - Pierre, Gabriele Ferzetti - Conte Larsi, Geneviève Page - Yolande Combes, Robert Hoffmann - Thierry Damiot, Margaret Nolan - June, Virginia Vee - La cantante di colore, June Elliot, Jean-François Rémi, Art Simmons, Robert De Niro - Cliente a cena (non accreditato

Soggetto: Georges Simenon

Sceneggiatura: Marcel Carné, Jacques Sigurd

Fotografia: Eugen Schüfftan

Musiche: Martial Solal, Mal Waldron

Montaggio: Henri Rust

Scenografia: Léon Barsacq, Antoine Mayo

Altri titoli:

Three Rooms in Manhattan

Durata: 112

Colore: B/N

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM

Tratto da: romanzo di Georges Simenon

Produzione: CHARLES LUMBROSO/MONTAIGNE

Distribuzione: FILMARTE

NOTE
- ESORDIO NON ACCREDITATO DELL'ATTORE ROBERT DE NIRO.

- COPPA VOLPI AD ANNIE GIRARDOT ALLA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA 1965.
CRITICA
"E' la storia tratta da un romanzo di Simenon, di due esseri tormentati e infelici, che trovano, nonostante le sconfitte sentimentali subite, la forza per ricostruire le proprie vite. Realizzato alla vecchia maniera su un canovaccio piuttosto convenzionale, il film ha tuttavia una sua suggestiva finezza drivata anche dall'eccellente interpretazione." (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 65, 1968)