Marcel Carné

PARIGI (Francia), 18 agosto, 1909

CLAMART (Francia), 31 ottobre, 1996

Regista. Figlio di un ebanista, dopo aver terminato la scuola inizia a lavorare in una società di assicurazioni coltivando allo stesso tempo la passione per il cinema. Dopo aver scelto il mondo dello spettacolo, si diploma alla Scuola di Tecnica Fotografica del Cinema prima di divenire critico cinematografico e assistente di Jacques Feyder e René Clair. Gira alcuni filmati pubblicitari e, nel 1929, dirige il cortometraggio sperimentale 'Nogent, Eldorado della domenica'. Esordisce alla regia di lungometraggi nel 1936, grazie all'interessamento di Feyder, con 'Jenny', pellicola che inaugura anche il fortunato sodalizio con Jacques Prévert. Il primo frutto della loro collaborazione - con Carné non ancora trentenne - è il capolavoro 'Porto delle nebbie' (1938). Con il poeta divenuto suo sceneggiatore (e con un gruppo di lavoro che comprende anche Jean Gabin, lo scenografo Alexandre Trauner ed il compositore Maurice Jaubert) il regista realizza tutte le sue più riuscite produzioni e dà vita al cosiddetto 'realismo poetico', uno stile narrativo capace di fondere grandi personaggi con uomini della strada. In questa ottica vanno inquadrati i protagonisti delle pellicole successive fra le quali 'Alba tragica' (1939) e 'Albergo Nord' (1938). In piena seconda guerra mondiale, da una conversazione con Jean - Louis Barrault, nasce 'Les Enfants du Paradis', realizzato fra il 1943 ed il 1945, nella Francia filo-nazista di Vichy. Diviso in due parti - 'Le boulevard du crime' e 'L'homme blanc' per una durata complessiva di circa tre ore - la pellicola è una rivisitazione dell'ottocento teatrale parigino filtrata attraverso la poetica dell'incomunicabilità. Il film successivo, 'Les portes de la nuit' (1946), segna anche la fine del sodalizio con Prévert. Negli anni seguenti Carné realizza, fra alti e bassi, diverse altre pellicole. Nel 1976 firma, per la televisione, 'La Bible', sui mosaici del Duomo di Monreale. Progressivamente emarginato, nel 1979 pubblica un'autobiografia intitolata 'La vie à belles dents'. Negli anni Ottanta avvia le riprese di un film, 'Mouche', bloccate dalle produzione per problemi economici. Nel 1985 Christian-Jacque gli dedica il documentario 'Carné, l'homme à la càmera'. Nel 1992, quando ormai è inattivo da oltre venti anni, gli viene impedito di tornare sul set per girare una storia tratta da Maupassant.