Scuola di ladri

ITALIA 1986
Dalmazio, Amalio ed Egisto Siraghi sono tre cugini che non si conoscono tra loro e che vivono alla meno peggio con lavori di fortuna: il primo, Dalmazio, fa la guardia ad una banca ma è così maldestro che sotto i suoi occhi avviene una rapina e lui non riesce a far nulla contro i malviventi. Il secondo, Amalio, fa il dog sitter, (sorvegliante di cani) deriso e scarognato, l'ultimo dei tre, Egisto, fa il venditore ambulante nonchè pulitore di vetri d'auto assediato dalla concorrenza più spietata. Sono tre disgraziati e derelitti, onesti in fondo ma senza una lira. A farli incontrare ci pensa un misterioso zio, un certo Aliprando Siraghi, il quale vive molto agiatamente in una lussuosa villa, servito da un aitante giovanotto di colore, Nero. Aliprando, paralizzato costretto su una sedia a rotelle, dice di essere un famoso ladro ormai a riposo ma che vorrebbe continuare la sua attività, disonesta ma redditizia, tramite i tre sciagurati nipotini. Questi sono stupiti di tale proposta: non sono ladri di professione e non saprebbero nemmeno da dove cominciare. Niente paura, lo zio Aliprando li consegna a Nero per una rapida educazione al furto, alla truffa, alla rapina e ad ogni sorta di disonestà. I tre eroi non danno molta soddisfazione al loro istruttore; nonostante ciò al termine del corso sono pronti ad agire agli ordini dello zio-boss Aliprando. Primo colpo ai grandi magazzini: ma per una strana soffiata vengono sorpresi sul fatto dalla polizia, arrestati e messi in prigione per sei mesi. All'uscita dal carcere vengono a sapere che è stato proprio lo zio a denunciarli per farli temprare alla durezza del carcere. I cugini non vogliono più saperne di fare i ladri con lo zio, ma alla fine, costretti dalla fame e dalla necessità di sopravvivere, tornano da lui e si mettono di nuovo al suo servizio. Iniziano una serie di furti e truffe ai danni di banche, di sprovveduti ricconi americani, di ingenui venditori di pellicce, di incauti nudisti; entra a far parte della banda anche un'avvenente cameriera, Marisa Padovan, di cui Egisto si innamora immediatamente. Ella dovrebbe essere lo strumento per entrare nella villa ricca di preziosi in cui lei lavora. Ma le cose vanno diversamente: i tre ladri, guidati dall'astuto zio, tramite una radiotrasmittente, entrano nella gioielleria Van Clift e rubano i meravigliosi gioielli ma per una leggerezza di Amalio sono costretti a fuggire in fretta per non essere presi dalla Poiizia. Riescono a salvarsi con una rocambolesca fuga in un teatro: vengono poi aiutati dall'autista dello zio Aliprando che li preleva con la macchina portandoli al sicuro nella villa insieme alla grossa refurtiva. Qui però i tre malviventi vengono bidonati clamorosamente dallo zio Aliprando: infatti questi, che non è affatto loro zio ed è perfettamente sano, fugge con la bella Marisa portandosi via tutto il bottino dei tre. Su una videocassetta ha registrato per loro un messaggio: è bene nella vita non fidarsi di nessuno.
SCHEDA FILM

Regia: Neri Parenti

Attori: Paolo Villaggio - Dalmazio Siraghi, Massimo Boldi - Egisto Siraghi, Enrico Maria Salerno - Aliprando Siraghi, Barbara Scoppa - Marisa Padovani, Antonio Barros - Nero, Corrado Monteforte

Soggetto: Pipolo , Castellano

Sceneggiatura: Pipolo , Neri Parenti, Castellano

Fotografia: Sandro D'Eva

Musiche: Bruno Zambrini

Montaggio: Sergio Montanari

Scenografia: Mario Ambrosino

Costumi: Adriana Lafayette

Durata: 96

Colore: C

Genere: COMICO

Specifiche tecniche: PANORAMICA A COLORI

Produzione: C.S.SILVER FILM

Distribuzione: C.D.I. - COLUMBIA TRISTAR HOME VIDEO, VIVIVIDEO, CECCHI GORI HOME VIDEO

CRITICA
"Scritta dalla prolifica ditta Castellano & Pipolo, questa pellicola è una farsaccia sgangherata e grossolana infarcita di trovate vecchie come il cucco, situazioni escrementizie e dialoghi di comicità pecoreccia." (Laura e Morando Morandini, 'Telesette')

"E' un film troppo lungo pieno di grossolanità di ogni genere, di espressioni pesanti, gag molto vecchie e sfruttatissime, situazioni estremamente ridicole e scontate alcune, volgari ed offensive altre. I tre protagonisti sono usati male e in modo per niente originale." ('Segnalazioni Cinematografiche')