SADE - SEGUI L'ISTINTO

SADE

FRANCIA 2000
TRAMA CORTA
Nel 1774 la rivoluzione francese si trasforma in Terrore e Robespierre fa di nuovo imprigionare il marchese De Sade che, aristocratico e libertino, è ritenuto "altamente immorale". Sade ha ormai cinquant'anni, è poverissimo, e la clinica di Picpus gli sembra un paradiso. La sua amante, Sensible, lo salva offrendosi a Fournier, un deputato dell'entourage di Robespierre. A Picpus Robespierre, che l'età ha reso più umano, cerca di educare senza distruggerla la giovane Emile e trova il modo di vivere un'altra esperienza-limite prima che la storia spazzi via tutto.

TRAMA LUNGA
Francia 1794. La Rivoluzione è entrata nella fase più violenta, quella del Terrore. Il Marchese di Sade, arrestato e condannato per oscenità, viene trasferito a Picpus, località e castello adibiti a casa di cura e carcere preventivo. Sade ha 50 anni, è stato già a lungo nella Bastiglia e nel carcere di Saint-Lazare, e l'invio a Picpus gli appare come una specie di vacanza: una stanza tutta per lui e, negli altri appartamenti, aristocratici e affaristi in grado di barattare la propria salvezza. Sade però non possiede titoli né denaro. Non gli resta che rivolgersi alla sua ultima amante, Marie-Constance, che offre i propri favori a Fournier, vicino a Robespierre, per evitare l'emissione di condanna a morte. Nei corridoi e nei giardini di Picpus, Sade mette insieme i pezzi di una intera società, e alla fine convince tutti a partecipare ad uno spettacolo teatrale rischioso e provocatorio. Dal gruppo si stacca Emilie, giovane e inesperta fanciulla. Sade la circuisce, la rende curiosa, la invoglia ad accettare le sue indicazioni. La ragazza viene così indotta a partecipare ad un rituale di iniziazione sessuale cui è presente anche un contadino del castello. Poi le teste cominciano a cadere. Di lì a poco anche Fournier viene imprigionato. Robespierre va a morte, il vento cambia. Picpus lentamente si svuota. Sade saluta Emilie che si allontana con i genitori. Anche lui va via con Marie-Costance e il figlioletto.
SCHEDA FILM

Regia: Benoît Jacquot

Attori: Daniel Auteuil - Marchese De Sade, Marianne Denicourt - Sensible, Jeanne Balibar - Madame Santero, Jean-Pierre Cassel - Visconte Di Lancris, Grégoire Colin - Fournier, Isild Le Besco - Emilie, Sylvie Testud - Renee De Sade, Jalil Lespert - Augustin, Philippe Duquesne - Coignard, Dominique Reymond, Daniel Martin, Monique Couturier, Scali Delpeyrat, Leo Le Bevillon, Raymond Gérôme, Frederique Tirmont, François Levantal, Vincent Branchet

Soggetto: Jacques Fieschi, Bernard Minoret

Sceneggiatura: Bernard Minoret, Jacques Fieschi

Fotografia: Benoît Delhomme

Montaggio: Luc Barnier

Scenografia: Sylvain Chauvelot

Costumi: Christian Gasc

Durata: 100

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM (1:2,35)

Tratto da: "LA TERREUR DANS LE BOUDOIR" DI SERGE BRAMLY

Produzione: ALICELEO, COFIMAGE 11, LE STUDIO CANAL +, TF1 FILMS PRODUCTIONS, OCEAN FILMS, OCEAN FILMS (fRANCE), TF1 INTERNATIONAL

Distribuzione: EUROPEAN ACADEMY DISTRIBUTION

NOTE
- LE MUSICHE SONO DI AUTORI VARI
REVISIONE MINISTERO OTTOBRE/NOVEMBRE 2000
CRITICA
"Traendo spunto da un romanzo di Serge Brandly ('Il terrore nel boudoir'), Jacquot gioca con la storia del passato per metterne in scena la contemporaneità dell'assunto. Vittima del suo tempo e di se stesso, De Sade diventa il paradigma dell'eretico che ebbe il torto di raccontare, nell'orrore della finzione, l'orrore della realtà che si dispiegava davanti ai suoi occhi". ('Carnet, 'settembre 2000)

" 'I rimorsi della virtù sono peggiori di quelli del vizio', recita uno dei paradossi favoriti del protagonista di 'Sade'. Quali sono, però, i confini del vizio, quali quelli della virtù? A ridefinirli si prova Benoit Jacquot, aiutato da dialoghi intelligenti in cui Jacques Fieschi sceneggia il libero pensiero di Sade (…) Non ci si aspettino perversioni e brividi erotici da un film assai più imperniato sul Sade filosofo che sul Sade libertino. Sade è intelligente e bene interpretato da Auteuil, che rende il sadismo ironico e quasi soave. Peccato per la regia, piatta e senza idee". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 17 dicembre 2000)