Red Sparrow

2/5
La mente è all'estetica invece che alla sceneggiatura, in una spy story dura e cruda. Astenersi anime candide

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USA 2018
Dominika Egorova è una prima ballerina che viene reclutata nella "Sparrow School", un servizio di intelligence russo, dove viene educata a diventare una letale amante e seduttrice. La sua prima missione ha come obiettivo Nathaniel Nash, un ufficiale della CIA che monitora le infiltrazioni dei servizi segreti della Russia.
SCHEDA FILM

Regia: Francis Lawrence

Attori: Jennifer Lawrence - Dominika Egorova, Joel Edgerton - Nathaniel Nash, Matthias Schoenaerts - Vanya Egorov, Jeremy Irons - Korchnoi, Mary-Louise Parker - Stephanie Boucher, Charlotte Rampling, Joely Richardson - Nina, Ciarán Hinds - Zyugonov, Douglas Hodge - Volontov, Thekla Reuten, Joel de la Fuente, Sakina Jaffrey - Trish Forsythe, Nicole O'Neill - Sonya, Sergej Onopko, Kristof Konrad - Ustinov, David Z. Miller - Victor, Sergei Polunin - Konstantin, Sasha Frolova - Anya

Soggetto: Jason Matthews - romanzo

Sceneggiatura: Justin Haythe

Fotografia: Jo Willems

Musiche: James Newton Howard

Montaggio: Alan Edward Bell

Scenografia: Maria Djurkovic

Arredamento: Sophie Phillips, Adam Berces, Zoltán Frank

Costumi: Trish Summerville

Effetti: Gerd Nefzer, Double Negative

Durata: 139

Colore: C

Genere: THRILLER

Tratto da: romanzo omonimo di Jason Matthews

Produzione: PETER CHERNIN, STEVEN ZAILLIAN, JENNO TOPPING, DAVID READY PER CHERNIN ENTERTAINMENT, FILM RITES

Distribuzione: 20TH CENTURY FOX ITALIA

Data uscita: 2018-03-01

TRAILER
CRITICA
"I cinéfili a proposito di titoli come «Red Sparrow» usano l'espressione «guilty pleasure» riferendosi ai film che non valgono nulla, ma garantiscono godurie sul piano dello sbrigliato, se non sbracato divertimento. E in effetti lo spythriller cucito addosso alla diva più amata dai giovani, la Jennifer Lawrence di «Hunger Games», si guadagna la qualifica galoppando sullo schermo per ben 139 minuti, non mitigando i toni disperati e cupi e rinunciando, così, alla routine usata per compiacere il gusto medio del grande pubblico. Anche il vorticoso alternarsi in stile bondiano delle suggestive location tra Mosca e Budapest, Vienna e Londra contribuisce a tenere vivo il livello di suspense, senza peraltro perdere mai divista il ruolo cruciale assegnato a una Guerra Fredda che solo gli ingenui riterrebbero morta e sepolta (...). Tutto sommato, però, l'affine «Atomica Bionda» con Charlize Theron (...) cercava e trovava soluzioni meno prevedibili: se qualcuno, infatti, dovesse pensare che nel tourbillon di colpi e controcolpi di scena di «Red Sparrow» sia andato perduto anche un dettaglio del repertorio tramandato della francese Anne Parillaud alias «Nikita», si sbaglierebbe di brutto. I doppi, triplici o quadruplici giochi dei servizi segreti qui ci sono tutti, ma proprio tutti, e un timido pizzico di novità la si può reperire solo nelle succitate acmi parossistiche e nelle temerarie scene di nudo o tortura." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 1 marzo 2018)

"La dotata Dominika/Jennifer Lawrence esegue egregiamente. Ma il contatto con la vittima designata, l'agente Cia che è un fusto ancorché un po' sgualcito, provoca inattesi cortocircuiti. Da un romanzo scritto da un ex agente Cia, non si limita a risvegliare un genere in chiave vintage ma lo fa con una certa originalità." (Paolo D'Agostini, 'La Repubblica', 1 marzo 2018)

"Red Sparrow è forte di una buona base letteraria, ovvero il primo volume di una trilogia firmata da Jason Matthews che, vantando un'ultratrentennale carriera di uomo Cia, ha saputo convogliare la sua esperienza sulla pagina affermandosi come nuovo astro del thriller spionistico americano. (...) il film si intona al testo offrendo un'immagine convincente e insieme romanzesca delle trame sulla mappa planetaria ridisegnata dalla Caduta del Muro. L'austriaco Francis Lawrence di 'Hunger Games' dirige l'avventura con piglio fluido ed elegante; e la grintosa Jennifer (anche lei) Lawrence, nei panni di Dominika (...) con la sua presenza scenica domina sul bel triangolo maschile composto da Joel Edgerton (Nash), Matthias Schoenaerts e Jeremy Irons." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 1 marzo 2018)

"Salvo nei pochi anni dell'alleanza Roosevelt-Stalin contro italiani, tedeschi e giapponesi, nei film americani la Russia è regolarmente tetra, notturna, nevosa, proprio come lo era la Germania, fosse del Kaiser o del Fuehrer. La connotazione ambiental-climatica oppressiva permane in 'Red Sparrow'. Ricostruita a Bratislava e Budapest (ex città dell'Austria-Ungheria), la Russia appare come il regno dell'incubo neo-capitalista, dopo essere stata il regno dell'incubo vetero-comunista. L'apprendistato postribolare è molto meno dettagliato in 'Red Sparrow' che in 'Salon Kitty' di Tinto Brass. Ma si capisce che ad allieve ed allievi non si risparmia nulla e del resto ciò non accade solo in Russia oggi o in Germania ieri. Il tatto nello spiegarlo è però variabile. In 'Fair Game' di Doug Liman, Naomi Watts era un'agente della Cia con marito diplomatico, ritenuto quindi ipso facto consapevole dei compromessi che il lavoro di spia comportava per la moglie; in 'The Good Shepherd' di Robert DeNiro (...) vi si allude in modo più netto. Trattandosi stavolta di agenti non americani, in 'Red Sparrow' si va sull'esplicito. Se quindi lo spettatore troverà frammenti sparsi di erotismo nel film di Lawrence, ben più compatto gli apparirà il sadismo. Jennifer Lawrence ha dunque due espressioni: coi lividi e senza. Le persone sensibili si astengano. Ai cultori delle emozioni forti, 'Red Sparrow' offre un buon ritmo. Sebbene il film duri dieci minuti più del 'Filo nascosto', pare lungo la metà. Ma ciò va a scapito della chiarezza e della credibilità. I personaggi più interessanti e verosimili, i capi (Jeremy Irons, Matthias Schoenaerts, il migliore attore del film) del controspionaggio russo restano poi sacrificati sugli archetipi del genere, salvo l'eleganza: vestono meglio che ai tempi di Breznev. Per i reali addetti allo spionaggio, c'è la frase che lo zio-spia della ballerina lascia cadere davanti alle lamentele di lei per la fine della carriera artistica: «Il Bolshoi? Se qualcuno non l'avesse voluto, credi che ci saresti arrivata?»." (Maurizio Cabona, 'Il Messaggero', 1 marzo 2018)

"Uno spy movie che pecca di qualche ingenuità nella sceneggiatura. Ambientato ai giorni nostri, si sorride quando, in una compravendita di informazioni, si utilizzano dei floppy disk, oggetto sconosciuto per molti giovani spettatori seduti in sala. E come rimanere perplessi nel dover accettare che la prima ballerina del Bolshoi, viso, quindi, non propriamente sconosciuto, venga trasformata in una spia in incognito, sotto falso nome (come se i nostri servizi segreti lo chiedessero a Roberto Bolle). Per non parlare dei 140 minuti nei quali è dilatata, in tutti i sensi, la storia. Eppure, il carisma, la bravura e il fascino della Lawrence rendono il tutto più digeribile, sorretti da qualche nudo che tiene desta l'attenzione della platea. Riuscito anche il colpo di scena finale. Attenzione, poi, agli stomaci deboli, perché ci sono alcune scene di tortura e violenza davvero molto cruente e realistiche." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 1 marzo 2018)

"Jennifer qui, Jennifer là, la cinepresa le costruisce un mondo intorno per un cast-movie di spionaggio totalmente dedito alla star femminile, anche nuda. (...) Da un romanzo di successo di un ex Cia, è il risvolto spy-noir della platinata terminator Charlize Theron di 'Atomic Blonde', e altre ne seguiranno in un sottogenere para femminista del thriller d'azione alla Jason Bourne come vogliono i tempi." (Silvio Danese, 'Nazione-Carlino-Giorno', 8 marzo 2018)