Peppino, le modelle e chella là

ITALIA 1957
Il pittore Teddy, per sfuggire ad una situazione equivoca, mette in imbarazzo Elisabetta, una giovane domestica, che viene licenziata; egli l'accoglie in casa sua, destando l'invidia di un suo vicino, Peppino; pseudopittore, sempre a caccia di avventure sentimentali. Il padre ed il fratello della ragazza, per salvare il suo onore ed esigere riparazione, si precipitano a Roma e prendendo Peppino per Teddy, gli infliggono una solenne bastonatura. Intanto Elisabetta, che cerca un lavoro, viene presentata da Peppino a Carlo, proprietario di una casa di moda: questi assume la ragazza e le usa eccessive premure. Elisabetta, che è innamorata di Teddy, vorrebbe lasciare il posto; ma ella vede un giorno il giovane che bacia la sua ex padrona, e punta dalla gelosia, accetta, per rappresaglia, il corteggiamento di Carlo. Teddy reagisce violentemente, ma allorché intervengono di nuovo i parenti di Elisabetta e Peppino viene di nuovo maltrattato per sbaglio, ogni equivoco viene alla fine chiarito: Elisabetta e Teddy fanno la pace.
SCHEDA FILM

Regia: Mario Mattoli

Attori: Gino Bramieri - Alfredo, marito di Lucia, Peppino De Filippo - Peppino, Teddy Reno - Teddy, il pittore, Renato Terra Caizzi, Anna Maria Luciani, Fulvia Franco - Lucia, Giacomo Furia - Giacomino, Massimo Serato - Carlo Rosati, Guido Martufi, Salvo Libassi, Franco Di Trocchio, Paolo Zitelli, Ughetto Bertucci, Mimo Billi, Attilio Tosato - Padre di Elisabetta, Giulia Rubini - Elisabetta, Patrizia Lari, Violetta Nardon, Esther Masing

Soggetto: Edoardo Anton

Sceneggiatura: Mario Mattoli, Edoardo Anton

Fotografia: Anchise Brizzi

Musiche: Lelio Luttazzi

Scenografia: Alberto Boccianti

Durata: 91

Colore: B/N

Genere: ROMANTICO

Specifiche tecniche: TOTALSCOPE

Produzione: MANENTI FILM - ISIDORO BROGGI E RENATO LIBASSI PER LA D.D.L.

Distribuzione: MANENTI FILM

NOTE
- GIRATO NEGLI STABILIMENTI DE PAOLIS.
CRITICA
"Su una delle consuete trame piene di incongruenze, Mario Mattoli ha costruito uno dei suoi soliti film pieni di ingenuità e di buone intenzioni ma, all'atto pratico, poco divertenti e quasi totalmente privi di buone trovate". (A. Albertazzi, "Intermezzo", 8/9, 15/5/1957).