L'uomo del romanzo

ITALIA 1940
Una ricchissima americana, che ha già divorziato tre volte, si reca appositamente in Italia per conoscere un giovane proprietario terriero del quale una sua amica scrittrice ha fatto il protagonista di un diffusissimo romanzo. L'incontro porta ad un matrimonio tra i due ma, mentre l'uomo nutre sentimenti seri e profondi, la donna intravede soltanto l'appagamento di un capriccio. In breve un dissidio sorge tra i due coniugi, che minaccia di conchiudersi - per l'americana - con un quarto divorzio. Ma, infine, ella comprende il vero affetto del marito e si riconcilia con lui.
SCHEDA FILM

Regia: Mario Bonnard

Attori: Amedeo Nazzari - Pietro Lanfranchi, Conchita Montenegro - Lolita, Carla Candiani - Lucy Martin, Nino Crisman - Paolo Lanfranchi, Luigi Pavese - Zio Giulio, Maria Dominiani - Signora Gualdi, Giacomo Moschini - Marcel, Gildo Bocci - Il fattore, Rolando Costantino, Miguel Del Castillo, Aristide Garbini, Alfredo Menichelli, Sandro Ruffini, Alessandra Varna, Carola Lotti, Beatrice Mancini, Gabriella Tavernese, Aedo Galvani

Soggetto: Guido Cantini - commedia

Sceneggiatura: Mario Bonnard, Guido Cantini, Jacopo Comin

Fotografia: Carlo Montuori

Musiche: Franco Casavola

Montaggio: Angelo Comitti

Scenografia: Salvo D'Angelo

Aiuto regia: Ignazio Ferronetti

Durata: 70

Colore: B/N

Genere: ROMANTICO

Tratto da: tratto dalla commedia omonima di Guido Cantini

Produzione: PRODUZIONE ASSOCIATA SOVRANIA-ICAR

Distribuzione: GENERALCINE

NOTE
- IL FILM E' STATO GIRATO A CINECITTA' IN DOPPIA VERSIONE ITALO-SPAGNOLA. SOLO NAZZARI, MONTENEGRO E DEL CASTILLO HANNO PARTECIPATO AD ENTRAMBE. LA VERSIONE SPAGNOLA, DIRETTA DA LUIS MARQUINA, SI INTITOLA "YO' SOY MI RIVAL".
CRITICA
"(...) tirato avanti con vecchi espedienti scenici, espresso in un dialogo che sarà efficace a teatro perché è quello di una commedia di Cantini, ma che cinematograficamente è sciatto e inesistente. Conchita Montenegro impersona con eleganza la sposa lunatica. Superficiale l'interpretazione di Amedeo Nazzari. (...)". (Filippo Sacchi, "Corriere della Sera", 26 gennaio 1941)