L'uomo dalla croce

ITALIA 1943
Un reparto di carri armati operante al fronte russo, dopo uno scontro col nemico riceve l'ordine di spostarsi. Un carrista ferito gravemente non può essere trasportato e il cappellano resterà presso di lui per assisterlo. L'indomani giungono i russi; i due vengono fatti prigionieri e condotti ad un comando. Mentre il cappellano risponde serenamente alle minacce di un commissario del popolo, un'azione degli aerei italiani porta lo scompiglio tra le file russe e nel trambusto il cappellano riesce a trasportare il suo ferito in un casolare. Quivi egli ha modo di esplicare il suo apostolato tra donne e bambini che vi sono rifugiati. Un gruppo di russi guidato da un commissario e una miliziana prende possesso della casa e contrasta l'attacco italiano. La battaglia è cruenta, ma alla fine il cappellano riesce a trarre in salvo i feriti e le donne. Esausto e ferito mortalmente, egli ha la consolazione di redimere con la sua parola ed il suo esempio, la miliziana e il commissario del popolo.
SCHEDA FILM

Regia: Roberto Rossellini

Attori: Alberto Tavazzi - Cappellano militare, Roswita Schmidt - Irina, la miliziana, Attilio Dottesio - Carrista ferito, Doris Hild - Contadina russa, Zoia Weneda - Contadina russa, Antonio Marietti - Serghej, commissario del popolo, Piero Pastore - Beyrov, Aldo Capacci - Studente soldato, Franco Castellani - Soldato russo ferito, Gualtiero Isnenghi - Ferito antibolscevico, Antonio Suriano - Soldato napoletano, Marcello Tanzi - Diego

Soggetto: Asvero Gravelli

Sceneggiatura: Asvero Gravelli, Roberto Rossellini, Alberto Consiglio, Giovanni D'Alicandro

Fotografia: Guglielmo Lombardi

Musiche: Renzo Rossellini

Montaggio: Eraldo Da Roma

Scenografia: Gastone Medin

Durata: 72

Colore: B/N

Genere: GUERRA

Produzione: CONTINENTALCINE

Distribuzione: E.N.I.C.

NOTE
- REALIZZATO A CINECITTA'-

- ALBERTO TAVAZZI E' DOPPIATO DA GIULIO PANICALI, ROSWITA SCHMIDT DA ROSETTA CALVETTA E PIERO PASTORE DA GUALTIERO DE ANGELIS.

- CONSIGLIERE MILITARE: TEN. COL. D.U. LEONARDI
CRITICA
La vicenda documentario-propagandistica è condotta con mano esperta e taluni episodi raggiungono un effetto altamente emotivo. Un adeguato commento musicale ne accompagna i punti salienti. (Segnalazioni cinematografiche, vol. XVII, 1943).

"Questo film è stato dedicato alla memoria dei cappellani militari caduti in guerra. (...) Una vicenda quasi simbolica, una sintesi lirica, liricamente accettabile e liricamente verosimile, spesso commovente anche se il film del cappellano combattente, inteso come documento della sua missione, deve essere ancora fatto." (Raul Radice, "Corriere della Sera", 17 giugno 1943)