L'EROE DELLA STRADA

ITALIA 1948
Felice Manetti, un povero diavolo, sempre disoccupato, vagabondo, viene ingiustamente accusato d'aver rubato un organetto. Lo salva la testimonianza di uno sconosciuto, Gaetano, che intimidisce i giudici, spacciandosi per partigiano. In realtà è un lestofante, che vive d'espedienti, valendosi anche, a tempo e luogo di tessere false. Felice fa per caso la conoscenza di una giovane venditrice di sigarette. Costei, il cui marito è dato come disperso, prende felice per un ricco industriale. Felice se ne innamora e colma d'attenzioni lei e il suo piccolo, a spese di Gaetano che fa quattrini a forza d'imbrogli. Felice trova lavoro in un calzaturificio; ma per sfuggire alle persecuzioni dei compagni si finge sovversivo, e viene scacciato. Ciò provoca uno sciopero politico, ma Felice finisce in galera. Quand'esce, dopo sei mesi, apprende che il marito della sigaraia è tornato: il breve idillio platonico dunque è finito. Gaetano gli procura un vecchio organetto, col quale si mette a girare. Ma l'organetto suona soltanto inni fascisti, e Felice per sottrarsi all'indignazione della folla, deve scappare con Gaetano nell'automobile, che questi ha rubato; mentre si profila, non lontano, un nuovo arresto.
SCHEDA FILM

Regia: Carlo Borghesio

Attori: Cesare Costarelli - Comm. Zanotti, Carlo Rizzo - L'Agitatore Politico, Erminio Macario - Felice Manetti, Vera Carmi, Folco Lulli - Operaio Turbolento, Delia Scala - Giulietta, Carlo Ninchi - Gaetano, Arnoldo Foà - Il Pubblico Ministero, Piero Lulli - Paolo, Monica Egg - Moglie Comm. Zanotti

Soggetto: Mario Monicelli, Steno

Sceneggiatura: Steno , Mario Monicelli, Leo Benvenuti, Mario Amendola, Giuseppe Mariano, Gian Paolo Callegari, Carlo Borghesio

Fotografia: Renato Del Frate

Musiche: Carlo Franci, Nino Rota

Altri titoli:

LE HEROS DE LA RUE

Durata: 86

Colore: B/N

Genere: COMMEDIA

Produzione: LUIGI ROVERE PER LUX FILM

Distribuzione: LUX FILM - VIVIVIDEO

NOTE
MUSICHE DIRETTA DA: FERNANDO PREVITALI
CRITICA
"[...] In "L'eroe della strada" si poteva rinvenire, fra qualche sospetto di qualunquismo, un accenno al contrasto fra la libertà civile raggiunta e i problemi sociali ancora largamente irrisolti. Merito non secondario del film era la rivelazione di un Macario attore miusurato e sensibile capace di oltrepassare il repertorio tipico dell'avanspettacolo da cui proveniva". (V. Spinazzola, "Cinema e Pubblico - Lo spettacolo filmico in Italia, 1945/1965").