L'amore nascosto

L'amour caché

3/5
Trauma madre e figlia, nel segno dell'incomunicabilità: spiazza Alessandro Capone, con la follia di Isabelle Huppert

Leggi la recensione

BELGIO 2007
Al terzo tentativo di suicidio, la 47enne Danielle viene ricoverata in una clinica privata. La donna si è chiusa in un mondo di apatia e mutismo, ma la dottoressa che la prende in cura riesce pian piano a penetrare nel suo universo inviolabile. Dalle loro sedute emergono situazioni ed episodi della vita di Danielle che ne hanno condizionato gravemente l'esistenza. Ad uscir fuori, sopra ogni cosa, è però il suo difficile rapporto con la figlia Sophie e la sua sofferenza nel sentirsi fallita come madre.
SCHEDA FILM

Regia: Alessandro Capone

Attori: Isabelle Huppert - Danielle, Greta Scacchi - Dott.ssa Nielsen, Olivier Gourmet - Morris, Mélanie Laurent - Sophie

Soggetto: Danielle Girard - romanzo, Luca D'Alisera, Alessandro Capone

Sceneggiatura: Alessandro Capone, Luca D'Alisera

Fotografia: Luciano Tovoli

Musiche: Lawrence 'Butch' Morris, Riccardo Fassi

Montaggio: Roberto Perpignani

Scenografia: Marta Zani

Arredamento: François Dickes

Costumi: Uli Simon, Nathalie Duroscoat

Altri titoli:

Hidden Love

Durata: 90

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.85)

Tratto da: romanzo "Madre e Ossa" di Danielle Girard (Baldini&Castoldi)

Produzione: MASSIMO CRISTALDI, MARC HAMMOND, DONATO ROTUNNO, JOSEPH ROUSCHOP PER CRISTALDI PICTURES, TARANTULA, SOHO FILMS

Distribuzione: ARCHIBALD ENTERPRISE FILM (2009)

Data uscita: 2009-06-05

TRAILER
NOTE
- FILM REALIZZATO CON IL CONTRIBUTO DEL MIBAC.

- PRESENTATO IN CONCORSO ALLA II^ EDIZIONE DI 'CINEMA. FESTA INTERNAZIONALE DI ROMA' NELLA SEZIONE 'CINEMA 2007'.
CRITICA
"'L'amour caché' di Alessandro Capone, visto il tema poteva finire fagocitato dai virtuosismi della Huppert, mentre Capone fonde con bell'equilibrio le tre anime del film. Non nuovissimo stilisticamente ma terso, incalzante e crudele come esige il soggetto. Finale quasi consolatorio a parte." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 21 ottobre 2007)

"Senza arrivare allo psicodramma, Capone ha però posto al centro della sua ricostruzione quello straziato personaggio, dosando per un verso, dall'esterno, i suoi contatti con gli altri, specie con la psichiatra, in modo allora quasi secco, senza mai compiacimenti, e facendone, per un altro verso, emergere intimamente la psicologia ritorta e turbata, dai ricordi, da una voce narrante e, sia pure sempre avare e riservate, dalle confidenze quasi confessioni alla psichiatra che discretamente le sollecita. In un clima in cui le tensioni e gli stessi dolori sono intenzionalmente evocati in modo spesso implicito. All'insegna di una meditata ricerca di stile. Nelle vesti di Danielle c'è Isabelle Huppert, in cifre che sfiorano l'enigmatico. La psichiatra è Greta Scacchi. Volutamente dimessa." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 22 ottobre 2007)

"La trama è ispirata a un romanzo dallo strano titolo, 'Madre e ossa', di Danielle Girad. Produce, a capo di una combinazione europea, Massimo Cristaldi che ha curato un'impeccabile confezione, con Luciano Tovoli alle luci e Roberto Perpignani al montaggio. Mélanie Laurent e Greta Scacchi senza infamia e senza lode, accompagnano nella via crucis al protagonista, alla quale dà rabbia, disperazione e dolore Isabelle Huppert. Sempre una forte personalità, sempre una grande attrice. Possiamo tuttavia osservare che qui recita e non vive la tragedia di Danielle?." (Alessandra Levantesi, 'La Stampa', 5 giugno 2009)

"'L'amore nascosto' non è titolo da grande pubblico, ma da serata 'dedicata'. A un tema che ci riguarda e una scommessa intellettuale. Un modo originale e davvero coraggioso di parlare del sentimento attorno a cui tutto ruota. Quando c'è, ma soprattutto quando è assente." (Roberta Ronconi, 'Liberazione', 5 giugno 2009)

"Capone, senza paura, mette le mani su un tema delicato e pericoloso come il sentimento ambivalente della maternità, delegando alla 'disfunzionale' Huppert il compito di reggere il dramma di una donna che si confronta con lo spettro di un passato di madre difficile e complicato." (Dario Zonta, 'L'Unità', 5 giugno 2009)