La pelle dell'orso

2.5/5
Marco Paolini gradito ritorno al cinema, ma il film si perde sulla strada di un apatico realismo fiabesco

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ITALIA 2016
Anni Cinquanta. In un villaggio nel cuore delle Dolomiti vivono Domenico, un ragazzino sveglio ma introverso, e il padre Pietro, un uomo consumato dalla solitudine e dal vino, che per campare lavora alle dipendenze di Crepaz. Il rapporto tra padre e figlio è aspro e difficile, i lunghi silenzi li hanno trasformati in due estranei. Una notte la tranquillità della valle viene minacciata dal "diaol", il diavolo, un orso vecchio e feroce che ammazza una vacca dentro una stalla. La comunità è in preda a un terrore superstizioso e non ha la forza di reagire. Una sera all'osteria in uno scatto d'orgoglio, Pietro lancia una sfida a Crepaz: ammazzerà l'orso in cambio di denaro. La sfida viene raccolta tra le risate e lo scetticismo generale. È l'occasione che Pietro aspettava da tempo, il mattino dopo, senza dir nulla a nessuno parte per la caccia. Domenico lo viene a sapere e decide di seguirlo. A sua volta abbandonerà la sicurezza del paese per avventurarsi verso l'ignoto. Padre e figlio si immergono nei boschi, sempre più a fondo, fino ad esserne inevitabilmente trasformati. A poco a poco si riavvicinano, si riconoscono e il muro che li separava si sgretola nell'immensità della natura.
SCHEDA FILM

Regia: Marco Segato

Attori: Marco Paolini - Pietro Sieff, Leonardo Mason - Domenico Sieff, Lucia Mascino - Sara, Paolo Pierobon - Crepaz, Maria Paiato - Sig.ra Dal Mas, Mirko Artuso - Franco, Valerio Mazzucato - Bruno, Massimo Totola - Toni Dal Mas, Silvio Comis - Santin

Soggetto: Matteo Righetto - romanzo, Marco Segato

Sceneggiatura: Enzo Monteleone, Marco Paolini, Marco Segato

Fotografia: Daria D'Antonio

Musiche: Andrea Felli

Montaggio: Paolo Cottignola, Esmeralda Calabria

Scenografia: Leonardo Scarpa

Costumi: Silvia Nebiolo

Suono: Remo Ugolinelli, Alessandro Palmerini

Durata: 92

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: DCP (1:2.39)

Tratto da: romanzo "La pelle dell'orso" di Matteo Righetto (Ugo Guanda Editore)

Produzione: FRANCESCO BONSEMBIANTE PER JOLEFILM CON RAI CINEMA

Distribuzione: PARTHÉNOS

Data uscita: 2016-11-03

TRAILER
NOTE
- FILM RICONOSCIUTO DI INTERESSE CULTURALE CON CONTRIBUTO ECONOMICO DEL MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI E DEL TURISMO-DIREZIONE GENERALE CINEMA; REALIZZATO CON IL SOSTEGNO DELLA REGIONE DEL VENETO-FONDO REGIONALE PER IL CINEMA E L'AUDIOVISIVO E DELLA REGIONE LAZIO - FONDO REGIONALE PER IL CINEMA E L'AUDIOVISIVO. REALIZZATO IN ASSOCIAZIONE CON DE RIGO VISION SPA, CREDITO VALTELLINESE S.C., TASCI SRL, DESTRO FLAVIO, ORSONI DAVIDE AI SENSI DELLE NORME SUL TAX CREDIT E CON GUIDO MARIA BRERA.

- MARCO SEGATO E' STATO CANDIDATO AL DAVID DI DONATELLO 2017 COME MIGLIOR REGISTA ESORDIENTE.

- CANDIDATO AI GLOBI D'ORO 2017 PER: MIGLIOR OPERA PRIMA, FOTOGRAFIA, ATTRICE (SARA SERRAIOCCO), ATTORE (MICHELE RIONDINO).
CRITICA
"Ecco un esempio di esordiente, Marco Segato, capace di calibrare bene le sue forze: scegliendo un'ambientazione a lui congeniale; facendo buon uso della sua esperienza di documentarista; pescando un adolescente molto giusto per la parte protagonista, e affiancandogli un interprete di carisma e autorevolezza quale Marco Paolini. (...) Segato impagina la storia con limpidezza, seppur con un eccesso di diligenza, in una linea di cinema che guarda all'ispirata lezione di Ermanno Olmi." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 3 novembre 2016)

"Occasione di riscatto per l'uomo alla deriva, ingresso nella vita per Domenico. Prova che un piccolo film - in definitiva un western dolomitico - può essere un film bello." (Paolo D'Agostini, 'La Repubblica', 3 novembre 2016)

"Film di ascolto e meditazione nella suspense, con una bella sequenza fucile/animale in memoria del 'Cacciatore' di Cimino. Alla direzione di una fotografia di contrasti, oscurità e spazi, Daria D'Antonio." (Silvio Danese, 'Nazione-Carlino-Giorno', 3 novembre 2016)

"Passabile dramma, ambientato negli anni Cinquanta, che si aggira, con eccessiva lentezza, tra le magnifiche Dolomiti venete. (...) Una storia amara, che lascia qualche ombra nella trama, non sul talento di Marco Paolini." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 3 novembre 2016)