La legge violenta della squadra anticrimine

ITALIA 1976
Dopo avere ucciso un carabiniere, durante una rapina a Bari, il giovane Antonio Blasi scappa con l'auto di un mafioso, fratello del "boss" Dante Ragusa. Mentre il commissario Jacovella, scovati i suoi due complici, indaga per stanare anche Antonio, alla sua ricerca si gettano anche gli uomini di Ragusa. Sull'auto rubata a Nino, infatti, si trovava un documento tale da rovinare il "boss" . Sfuggito a un agguato dei suoi sicari, e trovato rifugio, con la fidanzata, in un peschereccio, Antonio si mette in contatto deciso a costituirsi, con un giornalista che da tempo si batte contro i metodi di Jacovella, accusato di sparare con troppa facilità. La decisione del giovane, però, non gli salverà lo stesso la vita, anche se ad ammazzarlo sarà un sicario di Ragusa. Tuttavia, grazie al documento in suo possesso, Jacovella potrà finalmente stringere le manette ai polsi del "boss".
SCHEDA FILM

Regia: Stelvio Massi

Attori: John Saxon - Commissario Jacovella, Lee J. Cobb - Dante Ragusa, Renzo Palmer - Maselli, direttore del giornale, Lino Capolicchio - Antonio Blasi, Rosanna Fratello - Nadia, la sua ragazza, Antonella Lualdi - Anna Jacovella, Thomas Hunter - Agente Turini, Giacomo Piperno - Giordani, giornalista, Guido Celano - Padre di Antonio, Alfredo Zammi - Pasquale 'Nino' Ragusa, Pasquale Basile - Nicola, domestico di Ragusa, Francesco D'Adda - Operatore radio

Soggetto: Lucio De Caro

Sceneggiatura: Lucio De Caro, Piero Poggio, Maurizio Mengoni, Dardano Sacchetti

Fotografia: Mario Vulpiani

Musiche: Piero Pintucci

Montaggio: Mauro Bonanni

Scenografia: Carlo Leva

Costumi: Carlo Leva

Durata: 95

Colore: C

Genere: POLIZIESCO

Specifiche tecniche: PANORAMICA, TECHNICOLOR, TECHNOSPES

Produzione: PAC - PRODUZIONI ATLAS CONSORZIATE

Distribuzione: PAC - LINEAFILM

CRITICA
"Naturalmente Massi non approfondisce il discorso tutto teso com'è allo spettacolo: cosicché il racconto risulta solo una serie di emozionanti episodi densi di inseguimenti, di sparatorie, di karatè, di suspense, di agguati, di morti e di sangue. Orpelli ormai ampiamente sfruttati, ma che il regista riesce ad amalgamare con un buon montaggio vibrante e un buon senso dello spettacolo." (Vittorio Spiga, 'Il Resto del Carlino', 21 giugno 1976)