La diva Julia - Being Julia

Being Julia

CANADA 2004
Nella Londra anni Trenta, Julia Lambert è una diva del palcoscenico al culmine della carriera. Si innamora di Tom, un ragazzo americano, con il quale comincia una relazione intensa e appassionata. Ma quando scopre che in realtà lui le si è avvicinato solo per tentare l'arrampicata sociale, e che è innamorato della giovane attrice Avice Crichton, la gelosia la porta a elaborare un piano di spietata vendetta...
SCHEDA FILM

Regia: István Szabó

Attori: Annette Bening - Julia Lambert, Jeremy Irons - Michael Gosselyn, Bruce Greenwood - Lord Charles, Miriam Margolyes - Dolly De Vries, Juliet Stevenson - Evie, Shaun Evans - Tom Fennel, Lucy Punch - Avice Crichton, Maury Chaykin - Walter Gibbs, Sheila McCarthy - Grace Dexter, Michael Gambon - Jimmy Langton, Leigh Lawson - Archie Dexter, Rosemary Harris - Sig.ra Lambert, Rita Tushingham - Zia Carrie, Thomas Sturridge - Roger Gosselyn, Catherine Charlton - Sig.na Phillips, Mari Kiss, Istvan Komlos, Julian Richings, István Göz

Soggetto: W. Somerset Maugham

Sceneggiatura: Ronald Harwood

Fotografia: Lajos Koltai

Musiche: Mychael Danna

Montaggio: Susan Shipton

Scenografia: Luciana Arrighi

Costumi: John Bloomfield

Effetti: Ferenc Ormos

Altri titoli:

Csodálatos Júlia

Durata: 105

Colore: C

Genere: DRAMMATICO COMMEDIA

Specifiche tecniche: DELUXE

Tratto da: romanzo "Theatre" di W. Somerset Maugham

Produzione: ROBERT LANTOS PER SERENDIPITY POINT FILMS, FIRST CHOICE FILMS, MYRIAD PICTURES INC., ISL FILMS, SONY PICTURES CLASSICS

Distribuzione: MIKADO (2005)

Data uscita: 2005-06-10

TRAILER
NOTE
- GOLDEN GLOBE 2005 A ANNETTE BENING COME MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA IN UNA COMMEDIA

- ANNETTE BENING E' STATA CANDIDATA ANCHE ALL'OSCAR 2005 COME MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA.
CRITICA
"L'adattamento del grande commediografo Ronald Harwood, già penna di Polanski, Yates e dello stesso Szabó ('Il pianista', 'Servo di scena', 'A torto o a ragione'), sottolinea con intelligente scioltezza il sottotesto della vicenda, che è naturalmente l'eterno conflitto fra essere e apparire, vivere e recitare, sentire e simulare; conflitto universale proprio perché non si applica certo solo a chi recita per mestiere. Ma è la regia classica e insieme vivace di Szabó, a immagine dei suoi affiatatissimi interpreti, a estrarre dalla vicenda gemme di ironia. Chi cerca la novità a tutti i costi stia alla larga. Chi rimpiange il vecchio cinema ben fatto in armoniosa unione di talenti (romanzo inglese, regista e operatore ungheresi, scene dell'italiana Luciana Arrighi...) si accomodi. Anche se a voler essere incontentabili l'unico neo è forse proprio lei, la diva Julia, l'americanissima Annette Bening, doppiata in italiano da un'istrionica Mariangela Melato, che proprio in quanto americana finisce per esteriorizzare fin troppo il personaggio risolvendo ogni conflitto in spettacolo." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 10 giugno 2005)

"I francesi coniarono l'espressione 'cinema di papà'. Nel caso de 'La diva Julia' potremmo anche dire 'del nonno', parlando di un film che ha tutte le doti - sceneggiatura sperimentata, regia fluida e professionale, matrice letteraria preziosa, scenografia all'altezza, buoni interpreti e ottimi comprimari - esclusa quella dell'originalità. Ancora un film sul teatro, dunque, sui suoi riti e le sue star, che si sviluppa ai confini tra la storia d'amore e la commedia di costume: Istvan Szabó ('Mephisto', 'A torto o a ragione') traspone con encomiabile fluidità il bel romanzo di William Somerset Maugham 'Theatre', ripubblicato recentemente da Adelphi, incappando nell'unico limite del leitmotiv di una banalità disarmante dell'eterno dissidio tra recitare e vivere, finzione della realtà e realtà della finzione. (...) Tra melodramma e commedia, pause intimiste e battute fulminanti, esibizionismi corali e primi piani d'autore, Annette Bening - doppiata in italiano dalla bravissima, ma troppo personalizzata Mariangela Melato - regge il divistico impegno con sensibilità e complicità, anche se il plateale richiamo al classico 'Eva contro Eva' le fa scontare l'arduo confronto con un'insuperabile Bette Davis. L'alto artigianato del film finisce, così, per lasciare un retrogusto agrodolce: la perfezione sofisticata dell'impianto mista al sottotesto vagamente stucchevole dell'operazione." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 12 giugno 2005)

"Ciò che si perde nel quadro d' ambiente si recupera, in un buon film da 'cinema di papà', nell'incarnazione della Bening che ha l'età esatta del personaggio e l' aria di condividerne gli estri. La nota simpaticamente insolita è lo sfacciato buonumore che mettono a Julia le sue scappatelle erotiche. Purtroppo le figure del coro, a cominciare dall' impeccabile Jeremy Irons, non hanno abbastanza spazio. La cornice è accurata e plausibile, anche se Londra '38 è stata ricostruita a Budapest, e le musiche sono d' epoca: sui titoli di coda scivola suadente 'Smoke Gets in Your Eyes'". (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 11 giugno 2005)

"Abbastanza stucchevole, compreso Jeremy Irons nei panni del marito di Julia, ma non privo di qualità nel gioco di schema sul filo sottile del banale dilemma di cui si è detto: per un'attrice la finzione è tutto, è la verità. Questo principalmente per merito della protagonista Annette Bening, magnifica attrice che non è mai riuscita a raccogliere pienamente i frutti delle sue potenzialità. Diciamo che il film è lei, in tutto e per tutto. E' vero che il doppiaggio di Mariangela Melato è pertinente, anzi è un lavoro di fino, nel senso di rielaborare e restituire l'enfasi propria del personaggio e delle sue civetterie. Tuttavia, come avrebbe detto un tempo Antonio Di Pietro non c'azzecca proprio niente con l'attrice americana. Forse anche perché la sua è una voce per noi così riconoscibile e associata a una fisicità tanto diversa." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 10 giugno 2005)