La bionda

ITALIA 1993
Tommaso, un giovane orologiaio meridionale, si reca a Milano per alcune settimane, per seguire un corso di specializzazione in orologeria. Metodico, serio, applicatissimo, non ha altro in mente che il suo lavoro, la famiglia, un fratello da aiutare, una fidanzata che lo attende per le nozze, anche se non è bello e anche se è claudicante. Ma una sera con l'automobile investe Cristina, una giovane donna apparsa improvvisamente. Costei viene ricoverata in ospedale e fortunatamente pare aver subito solo uno shock passeggero. Una volta fuori dall' ospedale, Cristina, che ha perso la memoria, chiede a Tommaso di aiutarla visto che è l'unica persona che conosce. Dopo una serie di vicende, Tommaso scopre che la donna fa parte di un losco giro di affari in cui, alla fine, si trova anche lui coinvolto. Tutto ciò sarà per lui tragicamente fatale.
SCHEDA FILM

Regia: Sergio Rubini

Attori: Sergio Rubini - Tommaso, Nastassja Kinski - Cristina "La Bionda", Ennio Fantastichini - Alberto, Luca Barbareschi - Annibaldi, Antonio Scarano - Antonello, Umberto Raho - Giacomini, Giacomo Piperno, Veronica Lazar

Soggetto: Sergio Rubini, Filippo Ascione, Umberto Marino

Sceneggiatura: Sergio Rubini, Filippo Ascione, Umberto Marino

Fotografia: Alessio Gelsini Torresi

Musiche: Jürgen Knieper

Montaggio: Angelo Nicolini

Scenografia: Luca Gobbi, Carolina Ferrara

Costumi: Nicoletta Ercole

Effetti: Giovanni Corridori

Collaborazione alla regia: Antonello Grimaldi

Durata: 111

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: PANORAMICA

Produzione: DOMENICO PROCACCI PER FANDANGO

Distribuzione: PENTA - PENTAVIDEO, MEDUSA VIDEO (PEPITE)

NOTE
- REVISIONE MINISTERO MARZO 1993.
CRITICA
"Film di passaggio, che può deludere lo spettatore che s'aspetti il volo di fantasia dalla classica situazione di partenza, l'incontro fra due solitudini. Ma anche film che comunica quel senso di coinvolgimento nell'azione, di mystery del destino, di ansietà, felicità e furore dell'anima che è sconosciuto ai registi allevati in batteria neorealistica. Ed almeno una sequenza, lo smarrimento di Christine nel formicolante centro della città, resta impressa forte nella memoria, segno di talento e garanzia di futuro." (Valerio Caprara, 'Il Mattino').