Kinatay

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Il poco Brillante Mendoza in Concorso con una stucchevole iniziazione criminale: sincerita' e radicalita' ai minimi termini

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FRANCIA 2009
Peping, un giovane cadetto della polizia è divenuto da poco padre e ha deciso di sposare la sua compagna, quindi ha bisogno di soldi extra. Quando un suo collega corrotto gli propone di entrare nel giro del traffico di droga, Peping non esita ed accetta, ma questa scelta lo farà a scivolare sempre più verso il lato oscuro di se stesso, fino a essere coinvolto in un incubo...
SCHEDA FILM

Regia: Brillante Mendoza

Attori: Coco Martin - Peping, Julio Diaz - Vic, Mercedes Cabral - Cecille, Maria Isabel Lopez - Madonna, John Regala - Sarge, Jhong Hilario - Abyong

Sceneggiatura: Armando Lao

Fotografia: Odyssey Flores

Musiche: Teresa Barrozo

Montaggio: Kats Serraon

Scenografia: Brillante Mendoza

Altri titoli:

Mattatoio

The Execution of P

Durata: 110

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.85)

Produzione: DIDIER COSTET PER CENTERSTAGE PRODUCTIONS, SWIFT PRODUCTION

NOTE
- PREMIO PER LA MIGLIOR REGIA AL 62. FESTIVAL DI CANNES (2009).

- PRESENTATO AL 27. TORINO FILM FEST (2009) NELLA SEZIONE "FESTA MOBILE - FIGURE NEL PAESAGGIO".
CRITICA
"Dal filippino Mendoza un saggio sulla banalità del male di taglio quasi avanguardistico." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica' 18 maggio 2009)

"L'anno scorso, con 'Serbis', aveva raccontato il sesso a pagamento, ora il filippino Brillante Mendoza propone con 'Kinatay' ('Massacro') un viaggio nell' orrore. A guidare lo spettatore è un aspirante poliziotto coinvolto in una missione che non è, come lui crede, una 'prova' , ma una spedizione punitiva per castigare nel più crudele dei modi una spogliarellista drogata. La violenza quasi si perde nella minuziosa registrazione delle peripezie notturne, ma proprio per questo trasmette allo spettatore un divorante senso di angoscia." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 17 maggio 2009)

"Mendoza è un regista che varia i suoi film. Il precedente 'Serbis' si svolgeva in una sala cinematografica a luci rosse, in comune hanno però la necessità di raccontare il paese da un punto di vista critico, a volte quasi di denuncia, filmando da vicino, quasi come un documentario, le bidonville di Manila e la loro violenza - magistrale la prima sequenza in Tirador. Si viene ammazzati dagli squadroni della morte, dalla banda rivale, dai poliziotti, e questo per reprimere fa molto comodo. [...] 'Serbis' era un cinema, 'Kinatay' è una camionetta dove si svolge quasi tutto il film nella corsa, che precede il massacro, e che attraversa città e periferie. Seguendo l'esperienza di Peping, il conflitto con se stesso che ci fa credere (sperare?) in un gesto imprevedibile di compassione, in una qualsiasi ribellione. Il ragazzo che non vuole essere complice e però lo è, sembra sul punto di agire, di tentare una fuga piegando subito questo suo impulso all' obbedienza. L'effetto è quello di un lungo piano sequenza, anche imperfetto, la cui messinscena crudele spalanca un orizzonte di realtà." (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 17 maggio 2009)