Io confesso

I Confess

USA 1953
Il sagrestano Otto Keller uccide un avvocato nella casa del quale si era introdotto, travestito da prete, per rubare: la notte stessa confessa il suo delitto al giovane padre Michael. La polizia, nel corso delle indagini scopre che, prima di partire per la guerra e prima di prendere i voti, Michael frequentava la giovane Ruth che poi aveva sposato un uomo d'affari. Tempo dopo il già sacerdote e la ragazza si erano incontrati per parlare ed erano stati sorpresi dall'avvocato che li ricattava. Poche ore prima del delitto, inoltre, Ruth aveva incontrato il sacerdote e a lui aveva chiesto aiuto. In base a questi indizi la polizia arresta il sacerdote che, per il vincolo della confessione, non può rivelare il vero volto dell'assassino. Dopo la sua assoluzione al processo la moglie di Keller vorrebbe denunciare il marito ma da questo è assassinato. Con questo secondo omicidio il sagrestano confessa la sua colpa.
SCHEDA FILM

Regia: Alfred Hitchcock

Attori: Montgomery Clift - P Michael Logan, Anne Baxter - Ruth Grandfort, Karl Malden - Isp Laroux, Brian Aherne - Pierre Granfort, Roger Dann - Willy Robertson, Dolly Haas - Alma Keller, Charles André - Fr. Millars, O.E. Hasse - Otto Keller, Judson Pratt - Det. Murphy, Ovila Légaré - Villette, Gilles Pelletier - Fr. Benoit

Soggetto: Paul Anthelme - testo teatrale

Sceneggiatura: William Archibald, George Tabori

Fotografia: Robert Bures

Musiche: Ray Heindorf, Dimitri Tiomkin

Montaggio: Rudi Fehr

Scenografia: George James Hopkins

Arredamento: George James Hopkins

Costumi: Orry-Kelly

Aiuto regia: Don Alvarado

Durata: 95

Colore: B/N

Genere: PSICOLOGICO DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM, 1:1.37, NORMALE BIANCO E NERO

Tratto da: testo teatrale di Paul Anthelme "Our Two Consciences"

Produzione: ALFRED HITCHCOCK PER LA WARNER BROS

Distribuzione: PIC (1980) - DE AGOSTINI

CRITICA
"Modesto e barboso giallo di Alfred Hitchcock, grande regista al quale però evidentemente non tutti i brividi riuscivano col buco. La suspense annega in un oceano di chiacchiere e di quesiti inestricabili sull'etica sacerdotale, mentre l'ingrugnito Montgomery Clift si chiede quando mai gli daranno un personaggio con licenza di sorridere". (Massimo Bertarelli, 'Il giornale', 9 aprile 2003