Il grande racket

ITALIA 1976
Il maresciallo Nicola Palmieri della polizia romana è sulle piste di una banda di taglieggiatori: le sue indagini, però, sono ostacolate dalla paura delle vittime e dall'ostilità dei superiori che non approvano i suoi metodi. Deciso a proseguire per la sua strada, il maresciallo s'accorda con due malviventi di mezza tacca, zio Pepe e suo nipote Picchio che in cambio di una certa libertà d'azione gli forniscono informazioni sulla banda. Presente, grazie a Pepe sul luogo di una rapina messa a segno dai banditi, la polizia ingaggia con loro una furiosa sparatoria. In questa occasione è di valido aiuto a Palmieri un campione olimpionico di tiro al piattello, l'ingegnere Gianni Rossetti. Mentre, però, i delinquenti si vendicano sia del Rossetti, bruciandogli viva la moglie, sia di Pepe, facendogli uccidere il nipote, Palmieri viene costretto a lasciare la polizia. Questo, però, non basta a fermarlo: spalleggiato da Rossetti, da zio Pepe e da altre vittime della banda, il maresciallo affronta i delinquenti nella loro tana facendone piazza pulita.
SCHEDA FILM

Regia: Enzo G. Castellari

Attori: Fabio Testi - Nicola Salmeri, Renzo Palmer - Gestore del ristorante, Vincent Gardenia - Zio Pepe, Sal Borgese - Maresciallo di polizia, Gianluigi Loffredo - Tony, il marsigliese, Orso Maria Guerrini - Il cacciatore, Marcella Michelangeli - La ragazza della gang, Joshua Sinclair, Massimo Vanni, Glauco Onorato, Romano Puppo

Soggetto: Dino Maiuri, Massimo De Rita

Sceneggiatura: Massimo De Rita, Enzo G. Castellari, Dino Maiuri

Fotografia: Marcello Masciocchi

Musiche: Guido De Angelis, Maurizio De Angelis

Montaggio: Gianfranco Amicucci

Scenografia: Francesco Vanorio

Arredamento: Carlo Gentili

Costumi: Luciano Sagoni

Durata: 110

Genere: POLIZIESCO

Specifiche tecniche: PANORAMICA TECHNOSPES

Produzione: CINEMASTER

Distribuzione: TITANUS, DVD: RAICINEMA (98', 2009)

NOTE
- LA REVISIONE MINISTERIALE DEL 6 FEBBRAIO 2009 HA ELIMINATO IL DIVIETO AI MINORI DI 18 ANNI.
CRITICA
"Il film assomma all'inverosimiglianza, spinta fino al ridicolo, dell'intreccio e delle situazioni, la negatività dell'assunto (è un'esaltazione della giustizia privata) e dell'impostazione spettacolare, tutta imperniata sulla violenza più brutale." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 81, 1976)