GUARDAMI

ITALIA 1999
Nina fa l'attrice nei film del genere pornografico. Per lei si tratta di un mestiere come un altro che risponde alla richiesta di una precisa fascia di persone. Nina ha una figlia piccola e vive una relazione con Cristiana, redattrice di una rivista hard. I contrasti non mancano, ma l'una ha bisogno dell'altra per sfuggire alla solitudine. Nina incontra ogni tanto la mamma. Dopo una visita medica di routine, a Nina viene diagnosticato un cancro, e la sua vita cambia. Va a trovare anche il padre, impegnato con gli aiuti umanitari nella ex-Jugoslavia. Ma Nina ormai sente che la sua vita sta cambiando. Quel corpo che le è servito per lavorare ora le si rivolta contro. All'ospedale conosce Flavio, a sua volta malato e i due cominciano a frequentarsi. Nina tuttavia non vuole interrompere la propria attività, invita ad assistervi anche Flavio, che però intanto sente di innamorarsi di lei. Dopo un periodo di ulteriori esami, all'ultimo controllo Nina inaspettatamente risulta migliorata e in via di guarigione; Flavio invece va verso la fase terminale. Nina gli regala un ultimo momento di intimità. Flavio muore. Per Nina comincia una vita diversa.

SCHEDA FILM

Regia: Davide Ferrario

Attori: Flavio Insinna - Flavio, Yorgo Voyagis - Padre Di Nina, Luigi Diberti - Castellani, Gianluca Gobbi - Dario, Claudio Spadaro - Baroni, Angelica Ippolito - Madre Di Nina, Elisabetta Cavallotti - Nina, Stefania Orsola Garello - Cristiana, Antonello Grimaldi - Joe

Soggetto: Davide Ferrario

Sceneggiatura: Davide Ferrario

Fotografia: Giovanni Cavallini

Musiche: Giorgio Canali

Montaggio: Claudio Cormio

Scenografia: Alessandro Marrazzo

Costumi: Emanuela Pischedda

Durata: 95

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Produzione: TRIO FILM

Distribuzione: FILMAURO (1999)

NOTE
- SOGNI E VISIONI - VENEZIA 1999
- REVISIONE MINISTERO SETTEMBRE 1999
CRITICA
" (...) Se "Guardami" mette a disagio, è anche perché le vere scene porno paiono appiccicate alla storia di Nina, ragazza di buona famiglia che vive una storia d'amore con la redattrice di una rivista sporcacciona, fa la pornostar perché le piace e si ammala di cancro. A un certo punto dal porno si passa al patetico, dalle penetrazioni alla chemioterapia. Non si ansimava prima, non ci si commuove dopo. I personaggi sono un po' ridicoli, la Cavallotti è più carina dal vero che nel ruolo della pornostar (...)". (Natalia Aspesi, "la Repubblica", 8 settembre 1999).