Giovanna d'Arco - Seconda parte

Jeanne la Pucelle II - Les prisons

FRANCIA 1993
Pressato dalle richieste di Jeanne d'Arc, il Delfino di Francia giunge a Reims dove riceve la corona dall'arcivescovo Regnault de Chartres, divenendo Charles VII di Francia. Al nuovo sovrano la "pulzella" vorrebbe consegnare Parigi, nel cui assalto viene ferita, ma un repentino voltafaccia del re costringe l'esercito armagnacco alla ritirata. La tregua patteggiata con Borgognoni e Inglesi non convince il duca Jean d'Alençon che continua la sua battaglia. Jeanne vorrebbe unirsi a lui, ma viene catturata durante l'assalto a Compiégne, resosi necessario dal tradimento di Filippo il Buono, duca di Borgogna, cugino e rivale del re. Invano Jeanne intima a costui di far pace con il sovrano e abbandonare gli Inglesi: la prigionia presso Jean de Luxembourg viene mitigata dall'affetto della zia di costui, Jeanne, che l'assicura che finché ella sarà viva non permetterà al nipote di venderla agli Inglesi. La morte della nobildonna spinge alla fuga la "pulzella" che si ferisce. Consegnata al nemico, subisce umiliazioni d'ogni sorta in un carcere maschile, prima di essere processata da Pierre, vescovo di Beauvais, per magia, crudeltà, abiti maschili, eresia e disubbidienza alla gerarchia. Solo un'abiura scritta la salva temporaneamente dal rogo, ma la prigione a vita non è facile da sopportare dovendo sfuggire anche alle violenze degli Inglesi: ella riprende allora i suoi abiti maschili. Poi il vescovo di Beauvais l'accusa di essere recidiva e di fronte all'atteggiamento ribelle della "pulzella", che lo accusa di aver architettato il tutto per perderla, la condanna al rogo. La "pulzella", dopo una crisi di disperazione, ottiene di fare la comunione prima di perire tra le fiamme.
SCHEDA FILM

Regia: Jacques Rivette

Attori: Sandrine Bonnaire - Jeanne d'Arc, André Marcon - Charles, Delfino di Francia, Jean-Louis Richard - La Trémoille, Marcel Bozonnet - Arcivescovo Regnault de Chartres, Patrick Le Mauff - Jean, Bastardo d'Orléans, Didier Sauvegrain - Raoul de Gaucourt, Jean-Pierre Lorit - Jean d'Alençon, Bruno Wolkowitch - Gilles de Laval, Romain Lagarde - Nicolas, Florence Darel - Jeanne d'Orléans, Pierre Baillot - Jacques Boucher, Germain Rousseau - Confessore del Delfino, Emmanuel de Chauvigny - Gros-Garrau, Mathias Jung - Jean Pasquerel, Mathieu Busson - Louis de Coutes, Alain Ollivier - Pierre Cauchon, vescovo di Beauvais, Philippe Morier-Genoud - Filippo il Buono, Michel Berto - Guillaume Erard, Monique Mélinand - Jeanne de Luxembourg, Yann Collette - Jean de Luxembourg, Jean-Pierre Becker - Jean d'Aulon, Nathalie Richard - Catherine de la Rochelle

Soggetto: Jacques Rivette

Sceneggiatura: Pascal Bonitzer, Christine Laurent, Jacques Rivette

Fotografia: William Lubtchansky

Musiche: Jordi Savall

Montaggio: Nicole Lubtchansky

Scenografia: Emmanuel de Chauvigny

Costumi: Christine Laurent

Altri titoli:

Joan the Maid 2.: The Prisons

Johanna, die Jungfrau - Der Verrat

Durata: 129

Colore: C

Genere: BIOGRAFICO DRAMMATICO

Specifiche tecniche: PANORAMICO, 35 MM (1:1.66)

Produzione: MARTINE MARIGNAC E MAURICE TINCHANT PER LA SEPT CINEMA, PIERRE GRISE PRODUCTIONS, FRANCE 3 CINEMA

Distribuzione: COLUMBIA TRISTAR FILM ITALIA (1995) - COLUMBIA TRI STAR HOME VIDEO

NOTE
- REVISIONE MINISTERO APRILE 1995.

- SANDRINE BONNAIRE È STATA CANDIDATA AL CÉSAR 1995 COME MIGLIOR ATTRICE.
CRITICA
"Al cinema nessuno aveva mai raccontato con tanta pena e forza la sua paura della morte. E la sua solitudine davanti alla morte imminente: quel Dio che per due anni aveva parlato attraverso di lei agli uomini, ora quel Dio tace. Di fronte a quella paura e a quella solitudine ci si ricorda che aveva diciannove anni ed era donna. In nessun altro film sulla "pulzella" la sua femminilità era stata così sottolineata; le donne mai hanno avuto tanto posto in una storia così affollata di soldati, politici, preti. E Sandrine Bonnaire? Se ci si passa l'iperbole, attraverso lei e il suo corpo si sente tintinnare l'anima di Jeanne. Per dirla con una metafora del messicano Fabio Morabito, questo film di Rivette funziona come una vite che nella materia procede con un'infiltrazione graduale invece che con la rude conquista del chiodo: a forza di un continuo, uniforme strofinio, come un fuoco lento, addormenta la materia e l'addolcisce, la prende senza prenderla, quasi con disinteresse, con abulia". (Morando Morandini, 'Il Giorno', 5 luglio 1995)

"Sandrine Bonnaire, una Giovanna d'Arco diversa e quasi agli antipodi di tutte quelle che lo schermo ci ha proposto da anni: timida e fiera, pronta all'azione ma spesso esitante, fragile come una vergine (il titolo originale era Jeanne la Pucelle), ma carica, anche in questa seconda parte così raccolta, della forza rocciosa del guerriero, sempre vera ma sempre, contemporaneamente, "costruita": in omaggio a quell'idea di teatro che, nel suo complesso può intendersi come la cifra fondamentale di tutto il film. Un'interpretazione, comunque, che pur perfetta, trascende quasi l'attrice: perché ha sempre il segno dell'autore che l'ha suggerita". (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 5 luglio, 1995)