È più facile per un cammello...

Il est plus facile pour un chameau...

FRANCIA 2003
Federica è ricca, ha tutto, ma questo privilegio le impedisce di vivere con serenità. La morte annunciata del padre e l'arrivo di un'eredità la sconvolge, così cerca conforto attraverso la scrittura di un testo per il teatro, i consigli di un prete e l'evasione nei sogni di quando era bambina.
SCHEDA FILM

Regia: Valeria Bruni Tedeschi

Attori: Valeria Bruni Tedeschi - Federica, Chiara Mastroianni - Bianca, sorella di Federica, Jean-Hugues Anglade - Pierre, Denis Podalydès - Philippe, Roberto Herlitzka - Padre, Marysa Borini - Madre, Lambert Wilson - Aurelio, Nicolas Briançon - Regista, Karine Silla - Celine, Chloé Mons - Amelie, Emmanuelle Devos - Moglie di Philippe, Pascal Bongard - Prete, Yvan Attal - Uomo al parco, Uta Samel - Bianca bambina, Alma Samel - Federica bambina, Victor Nebbiolo - Aurelio bambino, Pierre-Olivier De Mattei - Uomo al cinema, Helena Sadowska - Insegnante di danza, Laurent Grévill - Medico, Eva Ionesco - Maschera, Hélène de Saint-Père - Donna al cinema

Soggetto: Noémie Lvovsky, Valeria Bruni Tedeschi, Agnès de Sacy

Sceneggiatura: Valeria Bruni Tedeschi, Noémie Lvovsky, Agnès de Sacy

Fotografia: Jeanne Lapoirie

Montaggio: Anne Weil

Scenografia: Emmanuelle Duplay

Costumi: Claire Fraisse

Altri titoli:

Moi aussi je suis communiste

Au royaume des cieux

Le Paradis sur terre

Durata: 110

Colore: C

Genere: DRAMMATICO COMMEDIA

Specifiche tecniche: 1:85

Produzione: PAULO BRANCO, MIMMO CALOPRESTI E MAURIZIO ANTONINI PER INTERLINEA, GEMINI FILMS

Distribuzione: MIKADO (2004)

Data uscita: 2004-06-18

CRITICA
"La signora Valeria Bruni Tedeschi, nonostante la giovane età, ha alle spalle una carriera di attrice densa di interpretazioni intelligenti, come l'enigmatica terrorista di 'La seconda volta' (1995). Ora, dopo un rapido passaggio alla sceneggiatura con 'La parola amore esiste', si propone felicemente come regista. 'E' più facile per un cammello...' è tutto suo avendone curato la sceneggiatura ed essendone anche la protagonista. E' un film diretto con mano leggera ma dal carattere deciso che dà un'immagine spietata e grottesca di un ritaglio d'Italia fra il 1970 e l'oggi. (...) Un'opera prima costruita con tecnica e cuore che avrebbe meritato un'uscita meno informale in un festival o una grande rassegna." (Antonio Angeli, 'Il Tempo', 18 giugno 2004)

"Come ogni film autobiografico, 'E' più facile per un cammello...', prima e premiata regia di Valeria Bruni Tedeschi, è molto vero quando descrive i sentimenti e l'immaginario dell'autrice, lo è assai meno sotto il profilo dei fatti. Eppure Federica/Valeria rielabora materiali di prima mano, tanto da scritturare la vera madre nel ruolo della genitrice (Marysa Borini, straordinaria per adesione e autoironia), mentre invece di Carla Bruni nei panni di sua sorella c'è una Chiara Mastroianni nevrotica e molto più brava del solito. Ma il bello è che da queste schegge di vita la neoregista estrae un autoritratto denso di chiaroscuri ma lieve, sognante, spesso molto divertente malgrado qualche insistenza nella seconda parte. Con fantasticherie visualizzate da brevi cartoons che accentuano il lato buffo, infantile, di questa adulta-bambina chiamata a risolvere troppi problemi in una volta sola: accompagnare il padre (Roberto Herlitzka) verso la morte; decidere cosa fare di un'eredità miliardaria (in franchi, non in lire); infine inventarsi un mondo tutto suo senza perdere quello da cui viene. Un mondo a cavallo fra immaginario e realtà che si chiama cinema, e che la Bruni Tedeschi ha ormai esplorato da tutti i lati. Con la grazia e la faccia tosta della regista-attrice che ha osato tuffarsi nell'evangelica cruna dell'ago uscendone con un contagioso sorriso." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 19 giugno 2004)

"Difficile immaginare un film più tinto d'autobiografia dell'esordio dietro la macchina da presa di Valeria Bruni-Tedeschi, che si espone anche davanti all'apparecchio praticamente nella parte di se stessa. La scommessa era rischiosa; buon per Valeria averci messo una dose d'ispirata leggerezza. Rompendo la linearità del racconto, il film oscilla tra presente e passato, gioca a nascondino tra l'età adulta e l'infanzia, mostra la compatibilità fra la commedia caustica e la fantasticheria malinconica. La partecipazione sincera alla materia è fuori discussione: non basterebbe, però, se la regista non la traducesse in termini di stile, componendo per tocchi progressivi un autoritratto e un gruppo di famiglia non convenzionali, che spesso scartano le aspettative del pubblico con effetti di benefica sorpresa. Tanta fluidità non impedisce che l'inquietudine esistenziale affiori sotto lo strato del 'gioco', né che la sensazione di libertà e d'inventiva sia il risultato di un rigore formale notevole, tanto più per un'esordiente." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 19 giugno 2004)

"Oltre alla biblica previsione, si porta dietro molti aggettivi la già fortunata in Francia opera prima di Valeria Bruni Tedeschi 'E' più facile che un cammello...' Perché è una commedia sofisticata, abbastanza cinica, sincera, simpaticamente confusa e con due complessi di colpa da rimuovere, uno verso il denaro e l'altro verso Dio, cui offre una dose della sua bella vergogna interiore. L' attrice-autrice - complici i colleghi Calopresti e la brava Noémie Lvovsky dei 'Sentimenti' - cerca di passare per la cruna dell'ago raccontando la vera storia della sua famiglia che emigrò dall' Italia a Parigi negli anni di piombo. Sborsa sentimenti e nevrosi propri, occhiate di traverso, affetti trasversali a porte chiuse ma con un fidanzato di sinistra e il dolore di un padre malato terminale (perfetto e ironico Roberto Herlitzka che alcuni scoprono ora). La virtù del film è che tratta anche le cose drammatiche e profonde con un tocco lieve di grazia e humour, virando bene nel surreale, nel sogno, con reale snobismo interiore; ma anche con fiducia nel silenzio e negli imprevisti cammini della coscienza. L'ottimo cast è di amici, a parte la vera madre, Marysa Borini: ecco Chiara Mastroianni come sorella (che è poi Carla Bruni, la modella), Lambert Wilson il fratello nullafacente, Jean-Hugues Anglade che difende la classe operaia di fronte alla borghesia compiaciuta dei suoi soldi anche se canta 'L'Internazionale'." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 19 giugno 2004)