Cirkus Columbia

3/5
Riflessione dolente sul conflitto serbo-bosniaco-croato: Tanovic torna ad inquadrare temi a lui più congeniali

Leggi la recensione

BELGIO 2010
Bosnia-Erzegovina, 1991. Il regime comunista è caduto e Divko Buntic, dopo aver passato vent'anni in esilio in Germania, torna nel piccolo paese natale per rivendicare la sua casa di famiglia. Il suo arrivo attira la curiosità dei compaesani poiché l'uomo si presenta con una Mercedes rosso fiammante, una giovane e sexy fidanzata di nome Azra, il gatto nero portafortuna Bonny e un pacco di marchi tedeschi, ma soprattutto l'ira della moglie Lucija. Divko, infatti, grazie all'aiuto del cugino Ivanda appena nominato sindaco, riesce a sfrattare dalla sua proprietà lei e il figlio Martin. Con quest'ultimo l'ex esule cercherà di ricomporre un rapporto, ma l'avvento dei primi focolai della Guerra dei Balcani metteranno a dura prova i sentimenti più profondi ponendo tutti i protagonisti di fronte a un difficile dilemma: restare in Patria o partire...
SCHEDA FILM

Regia: Danis Tanovic

Attori: Miki Manojlovic - Divko Buntic, Mira Furlan - Lucija, Boris Ler - Martin, Jelena Stupljanin - Azra, Milan Strljic - Ivanda, il sindaco, Mario Knezovic - Pivac, amico di Martin, Svetislav Goncic - Savo, capitano dell'esercito, Almir Mehic - Bili, Mirza Tanovic - Antisa, Miralem Zubcevic (II) - Leon, l'ex sindaco

Soggetto: Ivica Dikic - romanzo

Sceneggiatura: Danis Tanovic, Ivica Dikic

Fotografia: Walther Vanden Ende

Montaggio: Petar Markovic

Scenografia: Dusan Milavec, Sanda Popovac

Costumi: Jasna Hadziahmetovic Bekric

Altri titoli:

Circus Columbia

Durata: 113

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM (1:2.35)

Tratto da: romanzo omonimo di Ivica Dikic (Ed. Zandonai)

Produzione: 2006, A.S.A.P FILMS, AUTONOMOUS, STUDIO MAJ, RAZOR FILM, MAN'S FILM PRODUCTIONS, ART & POPCORN IN COLLABORAZIONE CON CANAL+, RAI CINEMA, BHRT, EURIMAGES

Distribuzione: ARCHIBALD FILM (2011)

Data uscita: 2011-05-27

NOTE
- PREMIO 'CINEMAVVENIRE-IL CERCHIO NON È ROTONDO' ALLE 'GIORNATE DEGLI AUTORI' (VENEZIA 2010).
CRITICA
"Brutta storia se hai 18 anni e il tuo miglior amico cerca scuse per prenderti a pugni. Le risse tra adolescenti a volte hanno la vista lunga. Forse quell'amico e vicino di casa non è semplicemente impazzito. Forse c'è nell'aria una guerra, e noi sappiamo benissimo che è così. Ma loro, i personaggi di 'Cirkus Columbia', non immaginano cosa sta per accadere. (...) Dopo molti viaggi e due film a metà ('L'enfen' , 'Triage'), il regista di 'No Man's Land' torna a casa. Con una gran voglia di non perdonare nessuno ma di provare a capire un po' tutti, o quasi. Ne esce un film malinconico, dolente, non sempre imprevedibile, un poco appesantito dal tempo. Ma ancora capace di concedersi, e regalare, emozione e stupore." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 27 maggio 2011)

"Dopo due titoli (il francese 'Hell' e il britannico 'Triage') dall'esito non tanto brillante, il bosniaco Danis Tanovic, la cui opera prima 'No Man's Land' aveva conquistato nel 2002 l'Oscar al miglior film straniero, è tornato a girare in patria sul viatico del romanzo 'Cirkus Columbia' del connazionale Ivika Djicikr ritrovando la piena forma. (...) Nei panni di Divko spicca Miki Manojlovic, interprete straordinario sul doppio registro comico e drammatico; sua moglie è l'eccellente Mira Furlan, che lavora da tempo in USA, Martin è impersonato dall'inedito e convincente Boris Ler. Intorno a loro altri buoni attori, già apprezzati in film di Tanovic e Kusturica." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 27 maggio 2011)

"Bellissimo affresco di Tanovic (quello di 'No Man's Land') che descrive, nel popolo, l'inconsapevolezza quasi ingenua che precede la guerra e, nel contempo, anche il suo rapido adattarsi." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 27 maggio 2011)

"Piacerà a quanti amarono (quasi) alla follia il film precedente di Danis Tanovic, premio Oscar 1982 (anzi il film più premiato di quell'anno). 'Cirkus Columbia' presentato con successo a Venezia non li deluderà. Tanovic sa raccontare come pochi altri il dramma di persone vicine all'abisso." (Giorgio Carbone, 'Libero', 27 maggio 2011)